Yasmina Khadra: la difesa dell'immagine nell'era delle idee in crisi - ©ANSA Photo
Yasmina Khadra, pseudonimo di Mohamed Moulessehoul, è un autore di fama internazionale, noto per la sua capacità di esplorare le complesse dinamiche sociali e politiche del mondo arabo attraverso la narrativa. Ex ufficiale dell’esercito algerino, Khadra ha scelto di utilizzare il nome della moglie come una sorta di scudo, un atto di protezione in un contesto in cui la sua vita era in pericolo a causa delle sue posizioni critiche. La sua esperienza diretta con la violenza e la guerra ha plasmato la sua visione del mondo e la sua scrittura. “Non approvo la violenza perché l’ho conosciuta e non amo la guerra perché l’ho fatta. È un fallimento”, afferma con una sincerità disarmante.
Nel suo ultimo libro, ‘I Virtuosi’, pubblicato da Sellerio, Khadra ci trasporta nell’Algeria dell’inizio del ventesimo secolo, un periodo segnato dalla colonizzazione francese e dall’oppressione. Il protagonista, Yacine, è un ragazzo povero che cerca il coraggio di affrontare le ingiustizie del suo tempo. “Il giovane protagonista in realtà è mia madre, che non ha mai fatto del male a nessuno, eppure ha vissuto sulla sua pelle tante ingiustizie”, racconta Khadra durante un’intervista con l’ANSA, mentre si trova in Italia per la manifestazione Libri Come, un evento dedicato alla celebrazione della lettura e della letteratura.
Il romanzo è dedicato a sua madre, una donna che, nonostante non sapesse né leggere né scrivere, ha incarnato il vero significato del coraggio. Khadra sottolinea che oggi mancano le convinzioni e gli ideali: “Conta solo la carriera. Oggi si va in TV non per difendere un’idea, ma la propria immagine”. Questa osservazione mette in luce un problema culturale più ampio, in cui l’autenticità e la passione per le idee vengono sostituite da una superficialità che permea il discorso pubblico.
Khadra chiama alla responsabilità collettiva, sostenendo che le guerre possono essere evitate se i popoli si risvegliano e prendono in mano il proprio destino. “Chi ha la possibilità di prendere decisioni politiche deve essere messo al proprio posto. Tutti i popoli aspirano a vivere nella pace e tranquillità, non i politici che sono capaci di tutto per raggiungere il loro fine, che non sempre è quello del popolo”, afferma con fermezza.
Osservando le attuali figure politiche come Trump, Putin e Netanyahu, Khadra esprime il suo disprezzo per l’arroganza di chi si sente al di sopra della legge. “Mi ricordano l’Ubu re di Alfred Jarry, sono i tre cavalieri dell’Apocalisse”, dichiara. Le sue parole risuonano con forza, soprattutto in un momento in cui il mondo è testimone di conflitti devastanti come quello in Ucraina e della crisi umanitaria a Gaza. “Come si può assistere in diretta a un genocidio senza avere il diritto di indignarsi?”, chiede, sollevando interrogativi etici fondamentali.
Khadra è convinto che l’umanità non abbia mai progredito realmente. “Abbiamo inventato l’elettricità, l’acqua corrente, ma in realtà non c’è stata nessuna evoluzione positiva dell’umanità“, afferma, riflettendo su un paradosso contemporaneo che vede il progresso tecnologico affiancato da una regressione dei valori umani.
La sua opera ‘I Virtuosi’ si propone di contrastare la tendenza a perdere di vista la nostra umanità in un mondo che corre verso l’inautenticità. “Tutto dipende da noi. È l’uomo che sceglie il suo destino”, osserva. Khadra avverte che la dipendenza dall’intelligenza artificiale potrebbe portare a una perdita dell’anima. “I virtuosi sono le persone che preservano la loro parte di umanità anche nei momenti più difficili”, sottolinea, esprimendo un messaggio di speranza e resilienza.
In ‘I Virtuosi’, Khadra dà voce a sua madre attraverso il personaggio di Yacine, evidenziando l’importanza del ruolo femminile nella società. “La donna è l’essenza di tutto, ma l’uomo questa cosa ancora non la ha capita”, afferma, proponendo una riflessione profonda sulla necessità di riconoscere la superiorità delle donne in un contesto di giustizia e uguaglianza.
Infine, il tema della letteratura emerge come un potente strumento di cambiamento sociale. “Ha l’importanza che le diamo. Oggi non è più così, è sostenuta da persone che amano le polemiche e il chiacchiericcio”, afferma, denunciando un sistema che premia la superficialità a scapito della vera creatività e intelligenza. In un’epoca di disinformazione e di crisi dei valori, le parole di Khadra risuonano come un invito alla riflessione e alla responsabilità individuale e collettiva.
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