La Buchmesse, la Fiera Internazionale del Libro di Francoforte, continua a esercitare un’influenza notevole sul mercato editoriale globale, impattando le vendite di diritti di traduzione. Mentre i grandi gruppi editoriali riescono a trarre vantaggio da queste opportunità, i piccoli editori si trovano ad affrontare sfide significative. Secondo un’analisi basata sui dati dell’Osservatorio sui diritti dell’Associazione Italiana Editori (AIE), i piccoli editori, con un fatturato inferiore ai 5 milioni di euro, faticano a competere, registrando una media di soli tre contratti di vendita di diritti all’estero all’anno.
Le statistiche sono eloquenti: nel 2023, i gruppi editoriali e gli editori con fatturati superiori ai 5 milioni di euro hanno stipulato in media 34 contratti all’anno. Al contrario, gli editori con vendite tra 500.000 e 5 milioni di euro hanno chiuso circa 5 contratti, mentre quelli con vendite inferiori a 500.000 euro si fermano a soli 2 contratti. Questo divario non solo evidenzia la disparità economica, ma anche le difficoltà che i piccoli editori devono affrontare per ottenere visibilità e riconoscimento internazionale.
La situazione dei piccoli editori
Un dato significativo emerso dall’analisi è che il 18% delle vendite nel 2023 è stato realizzato da case editrici con fatturato sotto i 5 milioni di euro, prevalentemente nei canali trade, che comprendono sia le librerie fisiche che quelle online. Sebbene questo dato sia incoraggiante, non nasconde il fatto che i piccoli editori rappresentano una frazione marginale del mercato globale dei diritti.
L’incontro “Quali politiche pubbliche per la vendita di diritti dopo la Buchmesse?” tenutosi a Roma durante la fiera “Più libri più liberi” ha messo in luce la necessità di politiche di sostegno per favorire anche i piccoli attori del settore. Lorenzo Armando, presidente del Gruppo Piccoli editori di AIE, ha sottolineato come le economie di scala rappresentino un ostacolo significativo per questi editori, rendendo difficile l’accesso ai mercati internazionali. Le iniziative come le collettive all’estero e i bandi per le traduzioni sono strumenti vitali per superare tali difficoltà.
Opportunità di mercato per i piccoli editori
Nonostante le sfide, i piccoli editori hanno trovato nicchie di mercato in settori specifici. Ecco alcuni dati chiave:
- Letteratura religiosa: rappresentano il 72% delle vendite all’estero.
- Libri per bambini e ragazzi: occupano il 32% del mercato.
- Libri d’arte e illustrati: costituiscono il 19% delle vendite.
Le aree geografiche in cui questi editori godono di maggiore visibilità includono il Pacifico (60% dei contratti stipulati), il Sud America (26%) e l’Asia (26%). Paesi come Cina, Polonia e Francia si rivelano particolarmente promettenti per le vendite dei piccoli editori.
L’importanza dei finanziamenti pubblici
Un’altra dimensione importante è l’impatto dei finanziamenti pubblici per le traduzioni. Nel 2023, grazie ai bandi del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Centro per il libro e la lettura, sono state finanziate 546 traduzioni, un incremento rispetto alle 442 del 2022 e alle 392 del 2021. Questi fondi, che ammontano a circa un milione di euro all’anno, hanno permesso a 103 editori di accedere a supporto economico, con il 52% di queste traduzioni provenienti da editori con fatturato fino a un milione di euro.
Lorenzo Galanti, direttore generale di ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), ha evidenziato l’importanza della Buchmesse come piattaforma per promuovere la produzione editoriale italiana all’estero. Con 130 editori presenti, l’evento ha mostrato un crescente interesse verso le opportunità internazionali. Galanti ha sottolineato che è fondamentale cogliere il momento e sfruttare le risorse pubbliche per sostenere gli editori e i traduttori, figure chiave per il successo della letteratura italiana all’estero.
In sintesi, nonostante la presenza significativa alla Buchmesse, i piccoli editori continuano a lottare per affermarsi in un mercato dominato dai grandi gruppi editoriali. La strada per l’internazionalizzazione è ancora lunga, ma con politiche di sostegno adeguate e un impegno collettivo, c’è la speranza che anche i piccoli possano trovare il loro spazio nel panorama editoriale mondiale.