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Valeria bruni tedeschi si confessa a belve: il dolore di aver ferito con il cinema

Nella quarta puntata del programma “Belve”, condotto dalla giornalista Francesca Fagnani, Valeria Bruni Tedeschi si è aperta in un’intervista intima e rivelatrice, affrontando temi delicati come la famiglia, le esperienze con le droghe e i rapporti personali. L’attrice e regista ha parlato senza filtri delle sue esperienze passate, rivelando come la sua arte abbia influenzato e talvolta ferito le persone a lei più vicine.

il passato con le droghe

Uno dei momenti più toccanti dell’intervista è stato quando Bruni Tedeschi ha parlato del suo passato con le droghe. “Ho provato tutte le droghe: cocaina, eroina, Mdma“, ha dichiarato, condividendo una parte della sua vita che, sebbene difficile, ha contribuito a formare la sua visione del mondo. In risposta a una domanda di Fagnani, l’attrice ha raccontato di un fidanzato che era eroinomane e che è morto a causa della sua dipendenza. “Ho trovato che fosse meraviglioso e ho deciso di non provare mai più”, ha detto con malinconia, evidenziando come queste esperienze l’abbiano profondamente segnata.

il rapporto con la sorella

Un altro tema centrale dell’intervista è stato il rapporto con la sorella Carla Bruni, che ha espresso preoccupazione per come la loro famiglia sia stata rappresentata nei film di Valeria. Carla ha dichiarato di sentirsi offesa per la rappresentazione e ha messo in evidenza come le scelte artistiche di Valeria abbiano potuto causare dolore. “Si è spinta troppo in là, non ha pensato che poteva dare loro un dolore?”, ha chiesto Fagnani, ponendo l’accento su una questione spesso trascurata nel mondo dell’arte: il confine tra espressione artistica e rispetto per le persone coinvolte.

Valeria ha riconosciuto il suo errore, affermando: “Ho ferito persone facendo i miei film e questa è una cosa che mi dispiace realmente, profondamente.” Ha continuato spiegando che, pur avendo immaginato che i suoi familiari si sarebbero potuti riconoscere nelle sue opere, il suo desiderio di creare scene significative l’ha portata a superare il dispiacere altrui.

la famiglia e le superstizioni

In merito alla sua famiglia, Bruni Tedeschi ha descritto il rapporto con i suoi genitori come “non convenzionale” e vissuto “in modo strambo”. Entrambe le sorelle, Valeria e Carla, hanno scoperto tardi di avere padri diversi, un segreto che ha riempito di confusione e shock la loro vita. “Non lo sapevamo, era tutto molto nascosto”, ha spiegato Valeria, lasciando intendere come la loro infanzia fosse avvolta da misteri e segreti. “L’ho saputo il giorno dei miei 30 anni. Mio padre mi ha detto che aveva un dubbio. Io mangiavo un mandarino. Gli ho detto ‘a me non mi importa’. L’ho saputo prima di mia sorella,” ha rivelato, svelando un momento che ha segnato una svolta nella sua vita.

Un altro aspetto interessante emerso durante l’intervista sono le superstizioni di Valeria riguardo ai numeri e alle scelte quotidiane. Ha parlato con umorismo delle sue piccole manie e rituali, rendendo il racconto ancora più affascinante. Questi dettagli offrono uno spaccato della sua personalità, mostrando un lato vulnerabile e umano che spesso viene oscurato dalla sua immagine pubblica.

Infine, Valeria ha condiviso un segreto personale: per affrontare l’ansia, a volte ricorre agli insegnamenti di Thich Nhat Hanh, noto monaco buddista, combinandoli con l’uso di ansiolitici. “E alla fine?” ha chiesto Fagnani, e Bruni Tedeschi ha risposto con un sorriso: “Prendo tutti e due! Leggo qualche pagina dei suoi libri con un piccolo ansiolitico. È l’ideale.” Questa affermazione non solo rivela il suo approccio pragmatico alla vita, ma mette anche in luce la lotta quotidiana con l’ansia, un tema che molte persone possono comprendere e con cui si possono identificare.

L’intervista a Valeria Bruni Tedeschi è stata un’opportunità per conoscere meglio l’artista e la donna dietro i suoi film, rivelando le complessità delle relazioni familiari e le sfide personali che ha affrontato nel corso della sua vita. La sua capacità di riflessione e la sua vulnerabilità aggiungono un ulteriore strato di profondità alla sua figura, invitando il pubblico a considerare non solo il risultato finale delle sue opere, ma anche il percorso personale che ha intrapreso per arrivare a quel punto.

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