Negli ultimi mesi, il dibattito pubblico in Italia ha visto un’intensificazione delle tensioni tra esponenti del governo e membri del mondo della cultura. La libertà di espressione e le critiche nei confronti delle decisioni politiche sono tornate al centro dell’attenzione, con un recente episodio che coinvolge Nicola Lagioia, scrittore e già direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino, nonché vincitore del Premio Strega nel 2015 per il suo romanzo “La ferocia”. Dopo la sospensione di Paolo Raimo e le accuse di diffamazione rivolte al giornalista Giulio Cavalli, ora è il turno di Lagioia, che si trova a fronteggiare una querela da parte del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.
Lagioia ha annunciato sui social media di essere stato “cordialmente querelato per diffamazione” dal ministro, il quale ha richiesto un risarcimento di 20.000 euro. Il motivo della querela risiede in alcune critiche espresse dallo scrittore durante un’intervista nel programma “Che sarà” condotto da Serena Bortone su Rai3. Lagioia aveva commentato un tweet del ministro, ritenendolo poco chiaro e inadeguato, soprattutto in merito alla proposta di limitare la presenza di stranieri nelle classi italiane. Il tweet di Valditara aveva già suscitato un’ondata di critiche e commenti negativi, ma è stato Lagioia a trovarsi ora nel mirino legale del ministro.
Lo scrittore ha spiegato che la sua critica era mirata a evidenziare l’inadeguatezza del messaggio veicolato dal ministro, suggerendo addirittura che fosse lui a sottoporsi a un test di italiano per stranieri. “Nel paese in cui l’ultimo Nobel per la letteratura è andato a chi ‘nella tradizione dei giullari medievali fustiga il potere e riabilita la dignità degli umiliati’, credevo fosse lecito”, ha commentato Lagioia, sottolineando come il suo intento fosse quello di stimolare una riflessione piuttosto che di offendere. La data dell’udienza, curiosamente fissata per il 18 aprile 2025, giorno del suo compleanno, aggiunge un ulteriore elemento di ironia alla situazione.
La querela di Lagioia ha sollevato interrogativi sulla libertà di espressione nel paese. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha chiesto se esista ancora in Italia la libertà di manifestare il proprio pensiero, sottolineando l’importanza di garantire uno spazio di discussione libero e aperto. In risposta, Valditara ha definito la posizione di Schlein come una difesa del “diritto di insulto”, accusandola di confondere la critica con l’offesa. Ha inoltre affermato che chi ricorre all’insulto personale nella polemica politica non ha argomenti validi.
Il legale di Valditara, Alessandro Paone, ha chiarito che la querela non è stata presentata in sede penale, ma piuttosto in sede civile, dopo che Lagioia si è sottratto a una procedura di mediazione. Questo aspetto solleva interrogativi sul comportamento dello scrittore, che, a detta del legale, avrebbe potuto risolvere la questione senza ricorrere alle vie legali. Paone ha ribadito che chi insulta senza motivo deve essere sottoposto al controllo della magistratura.
Il caso di Lagioia non è isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di tensione tra il governo e il mondo della cultura. Gli studenti dell’Unione degli Studenti (Uds) hanno denunciato un tentativo di repressione da parte di Valditara nei confronti della comunità scolastica e culturale. La querela di Lagioia è vista come un esempio di come le critiche al governo vengano affrontate con misure legali, alimentando un clima di paura e intimidazione.
Numerosi esponenti politici si sono schierati al fianco di Lagioia. Da un lato, il Movimento 5 Stelle ha espresso solidarietà, con figure come Chiara Appendino e il senatore Francesco Verducci del Partito Democratico che hanno chiesto il ritiro della querela. Dall’altro, il leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, ha invitato la presidente Giorgia Meloni a intervenire per convincere Valditara a ritirare le azioni legali intraprese.
La situazione di Lagioia, insieme a quella di altri intellettuali e giornalisti, rappresenta un campanello d’allarme per la libertà di espressione in Italia. La comunità culturale sta monitorando attentamente l’evoluzione di questo caso, consapevole che la libertà di criticare le scelte politiche è un elemento fondamentale in una democrazia sana. La querela di Valditara potrebbe non solo influenzare il percorso professionale di Lagioia, ma anche avere ripercussioni più ampie sulla libertà di espressione e sul diritto di critica nel paese.
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