La musica ha un potere unico e ineguagliabile di toccare le corde più profonde dell’animo umano, e quando si tratta di affrontare tematiche così drammatiche come la morte di migranti nel Mediterraneo, questo potere diventa ancor più significativo. Le acque che separano l’Africa dall’Europa sono diventate un luogo di tragedia, dove molti hanno perso la vita nella speranza di trovare un futuro migliore. In questo contesto di dolore e speranza, la violista Ruth Kemna ha deciso di dare vita a un progetto che unisce arte e attivismo, trasformando il suo dolore in musica per onorare la memoria di coloro che non hanno mai raggiunto la riva.
Il suo progetto, intitolato “Elementarzeichen” (Segni Elementari), prende vita su un piccolo peschereccio nel Mediterraneo. Qui, lontano dalla vista del pubblico, Ruth suona la viola, utilizzando la musica come strumento di comunicazione per esprimere le speranze e le storie di chi ha perso la vita in mare. La sua performance non è solo un concerto; è un atto di commemorazione, un modo per dare voce a chi non può più parlare. La violista ha creato nuove composizioni che si ispirano all’acqua, utilizzando sequenze numeriche delle coordinate geografiche come base per la sua musica. Questa scelta non è casuale; le coordinate rappresentano i luoghi in cui molti migranti hanno trovato la morte, trasformando i numeri in note, le coordinate in melodie.
La musica di Ruth è un modo per rendere visibile l’invisibile, per portare alla luce le storie di vita e di morte che si celano dietro le statistiche. Ogni nota suonata è un ricordo, ogni accordo una preghiera per le anime perdute. La sua viola diventa quindi un mezzo attraverso il quale si può piangere per coloro che non si conoscono, ma di cui si sente profondamente la mancanza. Durante la sua performance, Ruth non si limita a suonare; crea un legame emotivo con il pubblico, invitandolo a riflettere sulla condizione umana, sul valore della vita e sulla triste realtà dei migranti.
Il progetto ha preso forma grazie alla collaborazione di diversi artisti e professionisti. Il pescatore Gerlando Giardini ha messo a disposizione la sua barca, permettendo a Ruth di esibirsi in un luogo che ha un significato profondo. Inoltre, i documentaristi Alessandro Drudi e Luca Schiliró hanno documentato il processo creativo e la performance stessa, trasformando l’esperienza in un’opera visiva che accompagnerà il concerto. Questo elemento visivo non solo arricchisce la performance, ma aiuta anche a contestualizzare il messaggio di Ruth, rendendo la sua musica ancora più potente e toccante.
La performance avrà luogo alla Sala Perriera dei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo, il 15 e 16 novembre, come anteprima del festival Solo per Lelio di Curva Minore. Questo evento non è solo un’opportunità per ascoltare musica; è un invito a riflettere su questioni di grande rilevanza sociale e umanitaria. Il ricavato dei biglietti sarà devoluto all’organizzazione Ragazzi Baye Falle, che si impegna a sostenere i diritti dei migranti e delle loro famiglie, dimostrando che l’arte può essere un potente strumento di cambiamento e solidarietà.
Ruth Kemna, attraverso il suo lavoro, ci ricorda che ogni persona è un inizio, una storia che merita di essere raccontata. La sua performance è un tentativo di dare vita a queste storie, di restituire dignità a chi è stato dimenticato. La musica diventa così un atto di resistenza contro l’indifferenza, una chiamata all’azione per tutti noi. Le sue composizioni acquatiche, scritte su grandi fogli di carta stesi sulle scogliere dell’isola di Linosa, sono un simbolo tangibile di questo messaggio: la vita è fragile e preziosa, e ogni perdita è una ferita profonda nella nostra umanità collettiva.
Con questo progetto, Ruth non solo crea un momento di bellezza artistica, ma invita tutti noi a riflettere sulle responsabilità che abbiamo nei confronti degli altri. Ogni nota suonata è un richiamo alla nostra coscienza, un invito a non dimenticare le vite che si sono spente, ma anche a lottare affinché simili tragedie non accadano più.
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