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Un tributo musicale ai migranti scomparsi nel Mediterraneo

La musica ha da sempre svolto un ruolo fondamentale nell’esprimere emozioni e sensazioni profonde, fungendo da ponte tra le esperienze umane. In un contesto come quello attuale, in cui il Mediterraneo è diventato tristemente noto per le sue acque che hanno inghiottito migliaia di vite nella ricerca di un futuro migliore, la musica può avere un significato ancora più profondo. Il progetto di Ruth Kemna, violista e compositrice, si propone di affrontare questa tragedia attraverso un concerto dedicato ai migranti che hanno perso la vita nel mare.

Un omaggio nel cuore del Mediterraneo

Nel cuore del Mediterraneo, non lontano dalle coste di Linosa e Lampedusa, Ruth ha deciso di rendere omaggio a queste anime perdute suonando la sua viola su un peschereccio. Questo gesto simbolico rappresenta non solo una commemorazione, ma anche un tentativo di dare voce a chi non avrà mai l’opportunità di raccontare la propria storia. Le note della viola si mescolano con il suono delle onde, creando un’atmosfera che invita alla riflessione e alla contemplazione. La musica che emerge da questo concerto non è solo un insieme di note, ma un linguaggio emotivo che cerca di comunicare le speranze e le aspirazioni di chi ha intrapreso un viaggio rischioso verso l’Europa.

Composizioni ispirate alla sofferenza

Le composizioni di Ruth Kemna vengono ispirate dalle coordinate geografiche dei luoghi in cui queste tragedie si sono consumate. Ogni sequenza numerica diventa un elemento musicale, un modo per tradurre in suono le esperienze di coloro che hanno affrontato il mare nella speranza di trovare una vita migliore. La violista utilizza la sua arte per trasformare la sofferenza in bellezza, facendo emergere un messaggio di solidarietà e umanità. Nonostante l’assenza di un pubblico fisico durante la performance sul peschereccio, la musica si fa veicolo di emozioni universali, in grado di raggiungere i cuori di chi ascolta, ovunque si trovi.

Un evento che va oltre l’arte

L’installazione video e le partiture di carta, che documentano il processo creativo e la performance stessa, saranno presentate alla Sala Perriera dei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo il 15 e 16 novembre. Questo evento rappresenta un’anteprima del festival Solo per Lelio di Curva Minore, ma va ben oltre una semplice esibizione artistica. È un atto di resistenza culturale e sociale, un modo per dare visibilità a una crisi umanitaria che continua a essere trascurata. Le immagini e i suoni che verranno proiettati durante il concerto invitano il pubblico a riflettere sulla realtà delle morti in mare e sulle storie di chi ha perso la vita cercando di attraversare il Mediterraneo.

Collaborazione e comunità

Il progetto Elementarzeichen (Segni Elementari) nasce dalla collaborazione di diversi artisti e professionisti. Il pescatore Gerlando Giardini ha messo a disposizione la sua barca, creando uno spazio sicuro per la performance, mentre i documentaristi Alessandro Drudi e Luca Schiliró hanno catturato il processo creativo e la sua realizzazione. Questo lavoro collettivo sottolinea l’importanza della comunità e della collaborazione nell’affrontare sfide così complesse. La musica diventa quindi un mezzo per unire le persone, per creare consapevolezza e per commemorare le vite perdute.

Un rito di passaggio

Ruth Kemna stessa descrive la sua performance come un “inizio”. Ogni nota suonata è un omaggio a chi non può più essere ascoltato, un tentativo di piangere per coloro che non conosciamo ma di cui sentiamo il peso della presenza. La musica, in questo contesto, diventa un rito di passaggio, un modo per elaborare il dolore e l’ingiustizia che caratterizzano la realtà contemporanea. Il ricavato dei biglietti sarà devoluto all’organizzazione Ragazzi Baye Falle, un gesto che sottolinea ulteriormente l’impegno sociale e la responsabilità artistica di Ruth Kemna.

L’arte come strumento di cambiamento

Questa iniziativa rappresenta dunque un esempio di come l’arte possa svolgere un ruolo attivo nella società, contribuendo a sensibilizzare l’opinione pubblica su temi di grande rilevanza umana. La musica non è solo intrattenimento, ma può essere un potente strumento di cambiamento, capace di dare voce a chi è stato silenziato. In un mondo che spesso sembra ignorare le sofferenze degli altri, concerti come quello di Ruth Kemna ci ricordano l’importanza della memoria, della solidarietà e della connessione umana.

Antonella Romano

Sono una redattrice innamorata della Sicilia, e in particolare della mia Palermo. Fin da piccola, ho respirato l'aria vibrante di questa terra ricca di storia, cultura e tradizioni. Ogni vicolo di Palermo racconta storie antiche, e io non mi stanco mai di scoprirle e condividerle. Mi sono laureata in Lettere Moderne presso l'Università di Palermo, dove ho approfondito il mio amore per la scrittura e la narrazione. Dopo gli studi, ho avuto l'opportunità di collaborare con diverse testate giornalistiche e riviste locali, scrivendo articoli che esplorano le meraviglie artistiche, culinarie e naturalistiche della nostra isola. La mia vera passione, tuttavia, è raccontare la vita quotidiana della Sicilia e i suoi abitanti straordinari. Cerco di portare i lettori in un viaggio virtuale tra mercati colorati, spiagge dorate e festival affollati, sperando di trasmettere l'unicità e la bellezza di questa terra. Quando non sono dietro alla tastiera, mi piace camminare lungo la costa, visitare i mercati locali e assaporare piatti tradizionali cucinati con amore. Ogni giorno in Sicilia offre l'opportunità di scoprire qualcosa di nuovo e inaspettato, e non vedo l'ora di condividere queste esperienze con voi. Seguitemi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, esplorando insieme cultura, sapori e tradizioni che rendono questa terra davvero speciale. Grazie per essere qui e per la vostra curiosità. Spero che attraverso le mie parole possiate innamorarvi della Sicilia tanto quanto lo sono io!

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