La radio ha avuto un ruolo cruciale nella comunicazione per oltre un secolo, fungendo da ponte tra epoche diverse e adattandosi ai cambiamenti sociali, culturali e tecnologici. La mostra “100 anni vicini e lontani”, organizzata dalla Fondazione Varrone Cassa di Risparmio di Rieti presso il Palazzo Dosi Delfini, celebra il primo centenario di questo straordinario mezzo di comunicazione, evidenziando il suo impatto sulla vita quotidiana degli italiani e il suo ruolo di narratore di eventi storici.
Curata da Stefano Pozzovivo, l’esposizione è un vero e proprio viaggio nel tempo, dove i visitatori possono ammirare reperti storici che raccontano l’evoluzione della radio, dalle sue origini ai giorni nostri. Tra i pezzi più significativi, si trovano:
L’esperienza non si limita alla tecnologia; la mostra invita anche a vivere emozioni attraverso la musica e le voci che hanno segnato la storia italiana.
Un aspetto affascinante dell’esposizione è la “camera dei sensi”, un’area immersiva in cui i visitatori possono ascoltare melodie e registrazioni storiche. Questo spazio trasporta il pubblico direttamente in piazza Venezia, dove il 10 giugno 1940 gli italiani ascoltarono la notizia della dichiarazione di guerra da parte di Mussolini. Questo evento cruciale è solo uno dei tanti che la radio ha documentato nel corso del secolo, rendendola testimone e protagonista della vita nazionale.
La mostra non è solo un tributo alla radio, ma rappresenta anche una testimonianza della sua resilienza e della sua capacità di rimanere rilevante nel tempo. Con oltre 200 pezzi esposti, il percorso espositivo è progettato attraverso connessioni tematiche e suggestioni sensoriali. Pozzovivo afferma: “La radio ha attraversato la storia italiana entrando nelle case e accendendo le piazze.” Ogni stanza è accompagnata da una selezione audio che include musiche, programmi radiofonici e pubblicità, creando un’esperienza coinvolgente per tutti i sensi.
Sorprendentemente, la mostra ha attratto anche un pubblico giovane, inizialmente inaspettato. I visitatori più giovani, che conoscono la radio solo attraverso i dispositivi digitali, si sono dimostrati interessati a scoprire la bellezza e la magia di questo mezzo di comunicazione.
La realizzazione della mostra è stata possibile grazie alla collaborazione di un Comitato scientifico d’eccezione, presieduto dal professor Enrico Menduni, e al supporto della rete AIRE dei collezionisti. Questa sinergia ha permesso di raccogliere un numero impressionante di reperti, rendendo l’esposizione un’importante raccolta di storia e cultura.
La radio, simbolo di un’epoca, continua a vivere e a trasformarsi, mantenendo viva la sua essenza anche nell’era digitale. Con l’avvento dei podcast e delle piattaforme di streaming, l’arte di raccontare storie attraverso la voce si è evoluta, ma l’impatto della radio rimane indiscutibile. È uno strumento che ha dato voce a generazioni, raccontando storie di guerra e di pace, e accompagnando i momenti di gioia e di tristezza della vita degli italiani.
La mostra “100 anni vicini e lontani” rappresenta quindi un’opportunità unica per riflettere su questo secolo di storia, un’occasione per riscoprire la radio non solo come strumento di comunicazione, ma come parte integrante della nostra cultura e identità. La radio, con il suo suono inconfondibile e la sua capacità di evocare emozioni, rimane un ponte tra passato e presente, un mezzo che continua a unire le persone, anche a distanza di un secolo dalla sua nascita.
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