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Un secolo di autostrade: il maxxi celebra l’italia in movimento

Il 21 settembre 1924 rappresenta un momento cruciale nella storia dell’Italia, segnando l’inaugurazione della prima autostrada italiana, la Milano-Laghi. Da quel giorno, il Paese ha intrapreso un cammino che ha radicalmente trasformato il suo paesaggio e il modo di vivere dei suoi cittadini. A cento anni da questo evento fondamentale, il Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo (Maxxi) di Roma ospita una mostra dal titolo “Italia in movimento. Autostrade e futuro”, curata da Pippo Ciorra e Angela Parente. Questa esposizione, realizzata in collaborazione con Autostrade per l’Italia, sarà aperta al pubblico dal 6 dicembre 2024 al 2 febbraio 2025.

La mostra si propone di raccontare non solo la nascita della rete autostradale italiana, ma anche l’impatto significativo che essa ha avuto su paesaggi, società e immaginario collettivo. Attraverso una serie di sezioni tematiche, i visitatori possono esplorare i vari aspetti delle autostrade e il loro ruolo fondamentale nella crescita economica e sociale del Paese.

La nascita delle autostrade

Il primo segmento dell’esposizione è dedicato alla genesi della rete autostradale. Viene presentato il plastico originale della A1 Milano-Napoli, realizzato nel 1964, insieme a quello del viadotto Aglio, simbolo della complessità ingegneristica dell’Autosole. Questi progetti non solo testimoniano l’ingegno umano, ma rappresentano anche un’epoca di grande ottimismo e sviluppo per l’Italia. La mostra esplora come, da una visione inizialmente ambiziosa, l’autostrada sia diventata una realtà concreta, contribuendo a unire le diverse regioni del Paese e a facilitare il movimento di persone e merci.

Viaggi e microarchitetture

La mostra prosegue con una sezione dedicata al “Viaggio”, dove vengono esplorate le microarchitetture che costellano le autostrade italiane. In particolare, si analizzano:

  1. Aree di sosta
  2. Punti di ristoro
  3. Servizi per i viaggiatori

Questi spazi non sono solo funzionali, ma rappresentano anche un’opportunità per ripensare la sosta e il riposo durante i lunghi tragitti. L’architettura delle aree di servizio ha subìto una significativa evoluzione nel corso degli anni, trasformandosi in luoghi di design e relax, in cui la qualità dell’esperienza del viaggiatore è diventata centrale.

Architettura d’autore

Un’altra sezione dell’esposizione è dedicata all’Architettura d’autore, mostrando opere realizzate da celebri architetti come Jean Nouvel, Santiago Calatrava e Guido Canali. Questi architetti hanno contribuito a dare una nuova identità visiva alle infrastrutture italiane, progettando ponti, stazioni e persino cantine. Queste opere non solo servono a scopi pratici, ma diventano anche simboli di bellezza e innovazione, arricchendo l’esperienza di viaggio e sottolineando l’importanza del design anche in contesti apparentemente funzionali.

Verso un futuro sostenibile

Infine, la mostra si conclude con uno sguardo verso il futuro, presentando le sperimentazioni green dello Studio Renzo Piano. L’architetto italiano, noto per la sua attenzione all’ecosostenibilità, propone visioni innovative per le autostrade del domani. Le sue idee si concentrano su come rendere le infrastrutture più sostenibili, integrandole nel paesaggio e rispettando l’ambiente circostante. Accanto a queste visioni futuristiche, le illustrazioni di Emiliano Ponzi offrono una prospettiva creativa su come le autostrade possano evolvere, mantenendo il loro ruolo cruciale nella vita quotidiana degli italiani.

In un momento in cui il mondo sta affrontando sfide legate alla mobilità e alla sostenibilità, la mostra “Italia in movimento” si pone come un’importante riflessione su come le autostrade abbiano contribuito a definire l’identità culturale del Paese. Come sottolinea Emanuela Bruni, consigliera reggente della Fondazione Maxxi, le autostrade sono ponti tra città, culture e persone. Questa mostra non è solo un tributo alla storia delle infrastrutture italiane, ma anche un’opportunità per esplorare come il passato possa guidare le scelte future nel costruire una rete viaria più sostenibile e inclusiva.

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