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Un parto sorprendente: dalla rottura delle acque al miracolo della vita in 42 giorni

La gravidanza è un viaggio unico e straordinario, ma può riservare anche sfide inaspettate. Questo è il racconto di Azzurra Schepis, una giovane mamma di 24 anni che ha vissuto un’esperienza straordinaria e commovente. Il suo percorso è iniziato il 21 agosto, quando ha scoperto di aver rotto le acque a sole 24 settimane di gestazione. Un evento che ha segnato l’inizio di un lungo e difficile ricovero ospedaliero, ma che si è concluso con un lieto fine.

Azzurra, consapevole della gravità della situazione, si è immediatamente recata all’ospedale, dove è stata accolta dal personale dell’Uoc di ginecologia e ostetricia dell’Aou G. Martino di Messina. Durante il ricovero, è stata monitorata con attenzione, ricevendo assistenza continua da parte di un team di esperti medici composto dal dottor Angelo Santamaria, dal professor Ferdinando Gulino e dall’anestesista dottor Francesco Lanza. “Ho vissuto momenti difficili emotivamente, anche perché ho un’altra bimba piccola di due anni che in questo periodo non ha potuto contare sulla mia presenza”, racconta Azzurra, esprimendo la sua preoccupazione e vulnerabilità durante quei giorni di incertezza.

Rottura delle membrane e ricovero

La rottura delle membrane a un’età gestazionale così precoce è un rischio significativo, poiché i neonati nati prematuramente prima delle 37 settimane di gestazione necessitano di assistenza medica intensiva per affrontare le immaturità fisiologiche. Durante il ricovero, Azzurra ha ricevuto un ciclo di antibiotici e trattamenti specifici per ritardare il parto, una strategia volta a garantire che il suo bambino potesse raggiungere un’età gestazionale più sicura. “Ogni giorno recuperato è stato un traguardo”, afferma il dottor Santamaria, sottolineando l’importanza di ogni singolo momento.

Il parto e le prime cure

Il 1 ottobre, dopo 42 giorni di ricovero, Azzurra ha partorito il suo bambino a 30 settimane e due giorni. La decisione di procedere con il cesareo è stata presa in considerazione della salute della madre e del bambino, poiché Azzurra aveva iniziato a mostrare segni di febbre. “Abbiamo ritenuto opportuno far nascere il piccolo per non rischiare di vanificare tutti i sacrifici fatti in questo lungo periodo”, spiegano i medici.

Il neonato è stato immediatamente ricoverato in Terapia Intensiva Neonatale (TIN) per ricevere il supporto necessario. I bambini prematuri, come spiega la dottoressa Gitto, necessitano di una serie di trattamenti per affrontare le immaturità di organi vitali come polmoni, cervello, intestino e cuore. “Abbiamo sempre permesso alle mamme di entrare per far sì che i piccoli possano sentire il calore della mamma”, continua Gitto, evidenziando l’importanza del contatto umano nel processo di guarigione.

Un momento emozionante e la celebrazione della vita

Azzurra ha descritto l’esperienza del parto come un momento carico di emozione. Ricorda che l’anestesista le ha chiesto quale fosse il suo gruppo musicale preferito e, quando ha risposto “Coldplay”, ha sentito il motivetto della canzone “A sky full of stars” risuonare in sala operatoria. “È stata un’esperienza emozionante e queste premure mi hanno aiutato a stemperare la tensione”, racconta. Questo gesto semplice, ma significativo, ha reso il momento ancora più speciale, trasformando un evento potenzialmente traumatico in un ricordo prezioso.

Dopo settimane di incertezze, il piccolo è stato dimesso e ora Azzurra e il suo compagno possono finalmente godere della gioia di avere il loro bambino a casa. Recentemente, la famiglia ha partecipato a un evento al policlinico per celebrare la Giornata dedicata ai neonati prematuri, promosso dalla Società Italiana di Neonatologia. Questo incontro non solo ha rappresentato un momento di celebrazione, ma anche un’importante occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle sfide affrontate dai genitori di neonati prematuri e sull’importanza della ricerca e del supporto medico.

La storia di Azzurra e del suo bambino è un esempio di resilienza e speranza, dimostrando che, nonostante le avversità, è possibile superare le difficoltà e dare alla luce una nuova vita. La forza dei legami familiari, il supporto della comunità medica e l’amore incondizionato dei genitori sono elementi fondamentali in questo viaggio. La loro esperienza è un faro di speranza per molte famiglie che si trovano ad affrontare situazioni simili, ricordando che ogni giorno è un dono e che la vita, anche quando sembra fragile, può riservare sorprese meravigliose.

Antonella Romano

Sono una redattrice innamorata della Sicilia, e in particolare della mia Palermo. Fin da piccola, ho respirato l'aria vibrante di questa terra ricca di storia, cultura e tradizioni. Ogni vicolo di Palermo racconta storie antiche, e io non mi stanco mai di scoprirle e condividerle. Mi sono laureata in Lettere Moderne presso l'Università di Palermo, dove ho approfondito il mio amore per la scrittura e la narrazione. Dopo gli studi, ho avuto l'opportunità di collaborare con diverse testate giornalistiche e riviste locali, scrivendo articoli che esplorano le meraviglie artistiche, culinarie e naturalistiche della nostra isola. La mia vera passione, tuttavia, è raccontare la vita quotidiana della Sicilia e i suoi abitanti straordinari. Cerco di portare i lettori in un viaggio virtuale tra mercati colorati, spiagge dorate e festival affollati, sperando di trasmettere l'unicità e la bellezza di questa terra. Quando non sono dietro alla tastiera, mi piace camminare lungo la costa, visitare i mercati locali e assaporare piatti tradizionali cucinati con amore. Ogni giorno in Sicilia offre l'opportunità di scoprire qualcosa di nuovo e inaspettato, e non vedo l'ora di condividere queste esperienze con voi. Seguitemi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, esplorando insieme cultura, sapori e tradizioni che rendono questa terra davvero speciale. Grazie per essere qui e per la vostra curiosità. Spero che attraverso le mie parole possiate innamorarvi della Sicilia tanto quanto lo sono io!

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