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Un concorso per reinventare il costume tradizionale sardo al femminile

Nel panorama culturale contemporaneo, la tradizione rappresenta un punto di partenza per nuove espressioni artistiche. Questo è esattamente ciò che ha fatto Ilaria Gorgoni, una giovane e talentuosa fotografa e tatuatrice sarda, con il suo innovativo progetto “Dìuma Open Call”. Questa iniziativa ha dato vita a un contest virtuale che invita artisti a reinterpretare uno dei simboli più emblematici della cultura sarda: l’abito tradizionale femminile.

L’abito tradizionale sardo è caratterizzato da dettagli ricercati e colori vibranti, raccontando storie di una cultura ricca di storia e tradizione. La gonna a pieghe, il grembiule, la camicia bianca e il corpetto attillato sono solo alcuni degli elementi distintivi di questo abbigliamento. Tuttavia, il progetto di Ilaria non si limita a una mera riproduzione; si propone di esplorare e reinterpretare questi simboli attraverso la lente contemporanea dell’arte.

il processo creativo

Per avviare questo processo creativo, Ilaria ha scelto una fotografia di Samara, una modella che indossa l’abito tradizionale e i gioielli sardi, come base su cui gli artisti hanno potuto lavorare. La fotografia è diventata una sorta di tela bianca, su cui gli artisti hanno potuto esprimere le proprie idee e la propria visione dell’abito tradizionale, utilizzando la carta come materiale principale. La carta, con la sua versatilità, ha permesso di creare forme e strutture che sfidano le convenzioni e propongono nuovi significati.

Il contest ha visto la partecipazione di oltre venti artisti, provenienti da diversi ambiti, tra cui illustratori, tatuatori e grafici. Le opere sono state selezionate e quindici di esse saranno esposte in una mostra itinerante che si terrà a Cagliari e ad Iglesias, in concomitanza con l’evento Bixinau. Questo aspetto del progetto non solo valorizza le opere degli artisti coinvolti, ma offre anche al pubblico l’opportunità di riflettere su come la tradizione possa essere reinterpretata e rinnovata.

brandizzare la tradizione

La creatività di Ilaria Gorgoni non si limita alla reinterpretazione del costume tradizionale, ma si estende anche all’idea di “brandizzare” l’abito, utilizzando loghi e marchi di moda contemporanea. Questa provocazione mira a mettere in discussione il valore e il significato della tradizione in un contesto in cui il mercato e la cultura popolare spesso si intrecciano. Ilaria spiega: “Ho voluto giocare sull’idea di nicchia e di prodotti artigianali, confrontandoli con marchi noti del mondo dello streetwear e del lusso. Questo contrasto ha aperto un dibattito interessante su come percepiamo la tradizione e l’artigianato”.

Le opere presentate nel contest offrono una varietà di approcci e stili, tra cui:

  1. Fonti mitologiche sarde
  2. Ricami tradizionali
  3. Estetica orientale

Queste interpretazioni diverse mettono in luce la capacità dell’arte di raccontare storie e di riflettere l’evoluzione della società. La tradizione, pur mantenendo le proprie radici, è in continuo movimento, proprio come le persone che la portano avanti.

l’importanza della destrutturazione

Vincenzo Dipierro, orafo e compagno di vita di Ilaria, sottolinea l’importanza della destrutturazione nella pratica artistica. “Destrutturare la tradizione è ciò che facciamo quotidianamente come artisti. È un processo di composizione e scomposizione che ci consente di colorare la nostra vita come se fosse una tela bianca”, afferma. La sua esperienza personale, che spazia da vari mestieri fino alla gioielleria, arricchisce ulteriormente la discussione sull’identità e le origini.

Il progetto “Dìuma Open Call” rappresenta quindi un’opportunità non solo per gli artisti di esprimere la propria creatività, ma anche per la comunità di riflettere su cosa significhi essere sardi oggi. L’innovativa monocromia proposta da Ilaria e Vincenzo offre una nuova prospettiva su un abito tradizionale che, pur nella sua bellezza e complessità, è capace di adattarsi e trasformarsi in risposta ai cambiamenti culturali e sociali.

La mostra che ne deriverà non sarà soltanto un’esposizione di opere d’arte, ma un vero e proprio dialogo tra passato e presente, tra tradizione e innovazione. L’invito rivolto agli artisti e al pubblico è quello di partecipare attivamente a questo processo di riflessione e reinterpretazione, rendendo viva una tradizione che continua a evolversi e a sorprendere.

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