L’aperitivo è il momento preferito dagli italiani. Ma quanto sono disposti a spendere per questa abitudine così importante?
Per quanto i milanesi vorrebbero tornare indietro nel tempo e prendersene il merito, l’aperitivo è nato a Torino nell’ XVIII secolo con un solo obbiettivo: “aperire” come ci insegna il latino, termine che significa proprio stimolare l’appetito. Da lì in poi il successo dell’aperitivo è stato rapido e semplice, proprio come bere un bicchier d’acqua, o meglio…un bicchiere di Spritz!
Ma chi dobbiamo ringraziare di preciso? Un certo Antonio Benedetto Carpano che nel 1786 nella sua piccola bottega di liquori torinese inventò il vermut, il primo vero e proprio drink da aperitivo mai esistito. Si trattava di un vino aromatizzato alle erbe, poi successivamente spodestato dal suo successore: il Martini.
Oggi, il momento dell’aperitivo è un rituale a cui siamo tutti particolarmente affezionati: taglieri di salumi e formaggi, patatine croccanti da sgranocchiare accompagnate da bollicine… cosa si può volere di più dalla vita? Quindi grazie Antonio per l’inventiva e per averci fatto dare il primo sorso a uno dei rituali più famosi del mondo.
Sebbene il vermut sia stato la prima bevanda in assoluto ad aver scritto la storia dell’aperitivo, ad oggi i drink più scelti dagli italiani sono altri.
Vediamo insieme la classifica dei cinque drink preferiti dagli italiani per i loro aperitivi:
Spritz: al primo posto c’è lui, sia nella variante più dolce conosciuta come Spritz Aperol, che nella versione Campari leggermente più amara. Forse non sapevate che questo drink è nato grazie alle truppe austroungariche e alla loro tendenza ad allungare i vini locali con seltz o acqua frizzante. Spritzen in tedesco significa proprio spruzzare, ed è da questo termine che lo Spritz ha ereditato il nome.
Hugo: prosecco, tendenzialmente brut, con le note dolci del sambuco e il sapore deciso della menta. Si tratta di uno dei drink preferiti dagli italiani, soprattutto in estate.
Bellini: il drink che unisce bollicine dello spumante e frutta fresca, in questo caso la pesca ma si può assaggiare anche nelle versioni ananas (Mimosa) e fragole (Rossini).
Martini: il vero erede del vermut è la scelta degli amanti della tradizione. Apprezzato in tutte le sue varianti di gusto.
Negroni: la sua fama è cresciuta negli ultimi anni, anche nella sua variante Sbagliata che in realtà si è dimostrata giusta per il palato degli italiani. Nato negli anni ’20 attualmente è uno dei drink più venduti al mondo secondo la classifica di Drinks International.
Per sentirti davvero milanese devi provare l’ebrezza di sederti in uno dei tanti bar che costeggiano il naviglio e goderti un bell’aperitivo, o meglio un bell’ape, in compagnia mentre il sole tramonta.
Dopo una giornata in ufficio a fatturare il milanese tipo esce e si siede a fare aperitivo con colleghi o amici per staccare la spina, in un orario compreso tra le 18.00 e le 21.00.
Ma nel resto del mondo come funziona l’aperitivo? Ogni città ha i suoi orari, i suoi drink e i suoi cibi tipici per eseguire quello che ormai è diventato un vero e proprio rituale.
A Barcellona, ad esempio, l’aperitivo ideale è composto da vermut e tapas, ovvero piccole squisitezze salate a base di pesce, carne e verdure. Oppure da un bel bicchiere di sangria che non fa mai male.
A Parigi, invece, i francesi preferiscono una variante più sofisticata dell’aperitivo, prediligendo un rosé oppure un kir: bevanda a base di vino bianco e crema di ribes nero, per quanto riguarda il cibo preferiscono rimanere leggeri o a volte non mangiare proprio. Niente a che vedere con Londra, dove sorseggiano birra accompagnata da delle sostanziose fish and chips.
In Grecia, invece, va per la maggiore l’ouzo un distillato secco al sapore di anice e liquirizia ad alta gradazione alcolica. Proprio per questo è meglio non berlo a stomaco vuoto ma accompagnarlo con il meze, un mix gustoso di polpettine, saganaki e salamino greco.
Ora che abbiamo visto quali sono i drink preferiti dagli italiani e abbiamo rivelato qualche curiosità sulla storia dell’aperitivo, scopriamo quanto gli italiani sono disposti a spendere per celebrarlo.
Ben 14 milioni di italiani tra i 18 e i 75 anni amano fare aperitivo, non stupisce quindi che negli ultimi 12 mesi in Italia siano stati serviti 850 milioni di aperitivi con una spesa complessiva di 4,54 miliardi di euro.
La spesa per un aperitivo varia molto a seconda della città e la zona d’Italia, aggirandosi mediamente attorno ai 6,3 euro per aperitivi consumati al bar nelle ore diurne e 8,5 euro la sera. Nei pub e nelle enoteche invece si spendono, in media, 7 euro in qualsiasi orario della giornata.
Per chi vuole trattarsi meglio, invece, si raggiungono i 17 euro per un aperitivo servito in ristoranti e locali di alta gamma.
Ma che tu scelga di spendere 1 euro per uno Spritz a Napoli mentre passeggi sul lungomare o di goderti la vista sul Duomo dalla terrazza Aperol di Milano mentre sorseggi il tuo drink al tramonto per 12 euro, sappi che non sei il solo ad amare quel momento: l’aperitivo ormai è un vero e proprio fenomeno radicato nella cultura italiana.
Questo lo rende anche una grossa opportunità di investimento per bar e ristoranti che possono sfruttare il fenomeno a loro vantaggio, inventando alternative creative per rendere il momento dell’aperitivo ancora più perfetto.
Caroline Gatti, responsabile marketing di Cattel spa, esorta proprio i ristoratori con un appello:
“Il messaggio che vogliamo dare ai ristoratori è che l’aperitivo è diventato un pasto vero e proprio, al pari di colazione, pranzo e cena. Vale pertanto la pena impegnarsi per renderlo qualitativamente elevato, discostandosi dagli accompagnamenti che troppo spesso lo caratterizzano come, ad esempio, olive e chips. È arrivato il momento di investire, di fare ricerca, di imparare nuove ricette e soluzioni per offrire valore e trarne profitto”.
Insomma, l’aperitivo ormai fa parte del DNA degli italiani: il momento della giornata perfetto per spegnere la mente e godersi due bollicine in compagnia, qualsiasi sia il drink che si decide di bere.
D’altronde, lo diceva anche Baudelaire:
“Chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere.”
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