In Italia, il tumore alla prostata è il più diffuso tra gli uomini. Ecco perché, allora, nessun sintomo andrebbe sottovalutato.
Le cellule all’interno della ghiandola maschile iniziano a crescere in modo incontrollato. Così si materializza, purtroppo, il tumore alla prostata. Un tipo di neoplasia assai diffusa tra gli uomini, soprattutto a partire da una certa età. Per questo, dunque, è importante non sottovalutare nessuno tra i sintomi di cui vi parleremo oggi e impegnarsi nella prevenzione con controlli ciclici e accurati.
La prostata, situata di fronte al retto, produce una parte del liquido seminale. Normalmente delle dimensioni di una noce, la ghiandola può ingrossarsi con l’età o a causa di patologie. E dando vita a sintomi che spesso possono essere scambiati per altro. Ovviamente, non vogliamo allarmarvi: i disturbi di cui vi parleremo oggi non indicano necessariamente l’insorgenza di un tumore alla prostata. Ma, sicuramente, consigliano un’attenzione maggiore, anche perché, questo tipo di neoplasia, è sempre più diffusa tra gli uomini.
Solo per dare qualche cifra, possiamo dirvi che in Italia, il tumore alla prostata è il più diffuso tra gli uomini, rappresentando il 18,5% di tutti i tumori maschili. Nel 2020 sono stati stimati 36.074 nuovi casi. Nonostante l’elevata incidenza, la mortalità è in calo grazie alla diagnosi precoce e ai trattamenti efficaci, con un tasso di sopravvivenza a cinque anni del 92%.
Tumore alla prostata: fattori di rischio e sintomi
I principali fattori di rischio includono l’età avanzata, la storia familiare e la presenza di mutazioni genetiche (BRCA1 e BRCA2). Lo stile di vita ha un ruolo significativo: diete ricche di grassi saturi, obesità e mancanza di esercizio fisico aumentano il rischio. Nelle fasi iniziali, il tumore della prostata è asintomatico, ma con la crescita della massa tumorale compaiono difficoltà urinarie, dolore durante la minzione e presenza di sangue nelle urine o nello sperma.
La diagnosi precoce si basa su visite urologiche regolari, esplorazioni rettali e test del PSA. Se i risultati sono sospetti, si procede con la biopsia prostatica e, in alcuni casi, con la risonanza magnetica multiparametrica. I trattamenti variano in base allo stadio del tumore e alle condizioni del paziente. La chirurgia radicale, la radioterapia e l’ormonoterapia sono tra le opzioni principali. Nei casi avanzati, terapie innovative come la radioterapia a fasci esterni e i trattamenti radiometabolici offrono nuove speranze. La chemioterapia è riservata ai casi di tumore metastatico resistente agli ormoni.
Non esiste una prevenzione specifica, ma uno stile di vita sano e controlli regolari possono fare la differenza. Ridurre il consumo di carne rossa, mantenere un peso forma e fare attività fisica sono raccomandazioni utili. Per chi ha familiarità con la malattia o sintomi urinari, consultare regolarmente un medico è essenziale.
