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Tumore al seno, uno dei metodi per salvarsi è l’autodiagnosi: ecco come fare questo esame spesso sottovalutato

Tumore al seno: l’autodiagnosi può salvarti la vita. Ecco come fare questo esame poco invasivo da soli in casa.

Il tumore al seno è il tumore più frequente nella popolazione femminile e viene classificato in cinque stadi. Le differenze di tali stadi influenzano infatti la sopravvivenza dell’individuo. Tutte le cellule presenti nel seno possono dare origine alla malattia, ma nella maggior parte dei casi il cancro ha origine dalle cellule ghiandolari dette lobuli o da quelle che formano la parete dei dotti.

Tumore seno: autodiagnosi per la prevenzione – arabonormannaunesco.it

Il tumore al seno può essere precocemente diagnosticato se regolarmente vengono fatti i dovuti controlli e soprattutto se fatto questo “mini esame” non invasivo direttamente a casa dal soggetto. L’autodiagnosi dunque è fondamentale e può salvarti la vita. Ecco dunque tutto quello che devi sapere in merito e come praticarla.

Tumore al seno: l’autodiagnosi che ti salva la vita

Dai 25 anni in su è consigliato seguire dei controlli al seno a cadenza annuale quali ecografia mammaria. Poi mano mano con l’aumentare dell’età si passa ad effettuare altri controlli quali la mammografia. Ma esiste un metodo poco invasivo e per nulla doloroso per effettuare l’autodiagnosi e questo prende il nome di autopalpazione.

Tumore seno, autopalpazione: ecco come si effettua – arabonormannaunesco.it

L’autopalpazione del seno deve essere fatta una volta al mese, nel momento in cui vi è una più bassa tensione mammaria dunque una settimana dopo la fine del ciclo mestruale. Invece in gravidanza e menopausa può essere effettuata in qualsiasi periodo del mese.

L’autopalpazione è particolarmente raccomandata dopo i 40 anni di età, quando il rischio di tumore aumenta. L’autopalpazione del seno si divide in due fasi fondamentali:

  • Osservazione
  • Palpazione.

Per osservazione si intende la valutazione visiva del seno davanti a uno specchio. Qualsiasi sia l’alterazione presente deve essere controllata con scrupolo. L’osservazione permette di evidenziare la presenza di irregolarità del seno come i cambiamenti di forma, il colore e la consistenza, quali:

  • Aumento di volume
  • Screpolatura del capezzolo
  • Ulcerazioni o rossore della cute
  • Presenza di fossette
  • Pelle a buccia d’arancia.

L’osservazione del seno deve essere effettuata in tre posizioni diverse e deve essere eseguita frontalmente e lateralmente:

  • Spalle rilassate e braccia lungo i fianchi
  • Braccia sollevate sopra la nuca
  • Palmi delle mani uniti davanti alla fronte per creare una contrazione dei muscoli pettorali.

Si passa poi all’autopalpazione che si divide in due fasi: la palpazione del seno vera e propria e l’esame del capezzolo.

Per eseguire una corretta palpazione bisogna:

  • Piegare il braccio del seno che si vuole esaminare, tenendo una mano dietro la nuca e il gomito puntato in direzione laterale
  • Palpare la mammella con i polpastrelli di indice medio e anulare uniti e compiendo movimenti circolari
  • Eseguire con la mano dei movimenti dall’alto verso il basso
  • Eseguire movimenti che vanno dai capezzoli verso l’esterno
  • Controllare il cavo ascellare e la zona vicina allo sterno.

I movimenti delle dita devono essere circolari e ti consentono di rilevare eventuali noduli del tessuto mammario. Inoltre la palpazione va eseguita sia in posizione eretta che in posizione supina. Il tutto si conclude con l’esame del capezzolo, in cui dovrai premere il capezzolo tra indice e pollice e verificare se vi sono fuoriuscite di liquido. Nel caso sentissi la presenza di noduli dovresti subito correre dal medico per effettuare controlli più approfonditi.

Maria Rita Misuraca

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