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Trincia esplora il dramma umano e le responsabilità dietro Rigopiano

Il 18 gennaio 2017, il resort Rigopiano, situato sulle pendici del Gran Sasso in Abruzzo, ha vissuto una delle tragedie più devastanti della storia recente italiana. Un’abbondante valanga ha travolto l’hotel, portando via le vite di 29 persone. Oggi, quasi otto anni dopo, la docuserie “E poi il silenzio – Il disastro di Rigopiano”, scritta e ideata da Pablo Trincia, Debora Campanella e Paolo Negro, riporta alla luce gli eventi di quel giorno tragico. Il programma andrà in onda su Sky Italia dal 20 novembre.

Un racconto di vita e responsabilità

La docuserie non si limita a narrare il dramma umano, ma esplora anche le responsabilità che hanno portato a questa tragedia. Attraverso immagini dei soccorsi e video girati dalle vittime, il pubblico ha l’opportunità di rivivere la vita quotidiana in hotel fino a poche ore prima del disastro. Trincia ha sottolineato come il progetto sia nato dalla richiesta del pubblico di approfondire la storia, simile a quanto avvenuto con il naufragio della Concordia. La gente desidera conoscere di più su questa storia di sofferenza e resilienza.

Un’udienza in Cassazione

Il 27 novembre è prevista un’udienza in Cassazione per discutere il ricorso sulla sentenza di secondo grado, che ha visto 22 assoluzioni e 8 condanne. Questo ha lasciato un senso di ingiustizia tra i familiari delle vittime. La docuserie offre quindi un’opportunità di riflessione critica sulle responsabilità che potrebbero non essere ancora state completamente accertate. È un viaggio emotivo che invita a considerare le vite spezzate e le famiglie distrutte, un contesto che, come sottolinea Trincia, potrebbe riguardare ognuno di noi.

Un memoriale di memoria e dignità

Durante l’incontro stampa a Pescara, Trincia ha espresso il desiderio di trasformare la memoria di Rigopiano in un memoriale ben curato, onorando la memoria di chi non c’è più. Le immagini del resort, oggi ridotto a un cumulo di macerie, raccontano una storia di vita interrotta: un segnalino di pelle di una chiave, la porta di vetro della spa intatta con la scritta “Nature Fitness”, e le travi di legno accatastate ovunque sono solo alcuni dei simboli di una vita che scorreva serena.

La tragedia ha scosso l’intero Paese, sollevando interrogativi sulla sicurezza delle strutture ricettive in montagna e sulla preparazione delle autorità in caso di emergenze naturali. La docuserie mira a stimolare una consapevolezza collettiva su questi temi, affinché simili tragedie non possano più ripetersi.

Le voci dei superstiti

Le testimonianze di superstiti e familiari delle vittime arricchiscono il racconto, conferendo una profondità emotiva che non può essere ignorata. Tra di loro, Giampaolo Matrone, uno dei pochi scampati alla tragedia, ha condiviso le sue esperienze, mentre Marco Foresta e Rossella Del Rosso hanno rappresentato le voci di chi ha perso un caro. Le loro parole risuonano come un monito, un invito a non dimenticare e a tenere viva la memoria di chi ha subito un’ingiustizia.

In questo contesto, la figura di Pablo Trincia emerge come quella di un narratore consapevole, determinato a dare voce a chi non ce l’ha più e a risvegliare le coscienze. La sua docuserie non è solo un racconto di un disastro, ma un invito a riflettere su cosa significhi essere umani in un mondo in cui la natura, con la sua forza inarrestabile, può cambiare il corso della vita in un istante. La storia di Rigopiano deve insegnarci a preservare la vita e la sicurezza di tutti, soprattutto in luoghi così vulnerabili come le montagne italiane.

Saverio De Luca

Da sempre appassionato di arte e architettura italiana, e voglio portarvi con me attraverso le bellezze nascoste e i tesori conosciuti del nostro paese. Fin da quando ero bambino, sono stato affascinato dai colori, dalle forme e dalle storie che l'arte e l'architettura raccontano. Ho deciso di trasformare questa passione in una carriera, e ora sono qui per condividere con voi il mio viaggio. La mia formazione accademica inizia con una laurea in Storia dell'Arte presso l'Università di Firenze, una città che rappresenta un vero e proprio museo a cielo aperto. È qui che ho sviluppato un occhio critico e una sensibilità particolare nei confronti delle opere d'arte e delle architetture che ci circondano. Ho poi proseguito i miei studi con un master in Architettura e Restauro, che mi ha portato a lavorare su progetti emozionanti di recupero e conservazione. Nel corso degli anni, ho scritto per diverse riviste d'arte e cultura, ma ciò che amo di più è raccontare le storie dietro le opere, dal Rinascimento alle avanguardie moderne, dai capolavori noti alle gemme nascoste. Spero di offrire a tutti voi una visione ricca e appassionata di come questi elementi si intrecciano nella nostra vita quotidiana. Oltre alla scrittura, amo viaggiare per l'Italia, esplorando città storiche, piccoli borghi e magnifici paesaggi per scoprire da vicino le meraviglie dell'architettura e dell'arte che il nostro paese ha da offrire. Sono sempre alla ricerca di mostre interessanti, atelier di artisti e laboratori di artigiani, luoghi in cui la creatività prende forma. Il mio obiettivo è farvi apprezzare la bellezza dell'arte e dell'architettura italiana in tutte le sue sfumature, condividendo con voi non solo le mie conoscenze, ma anche la passione e l'emozione che mi guidano ogni giorno..

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