Il 14 gennaio 2024, il Teatro dell’Opera di Roma riporta in scena “Tosca”, l’opera di Giacomo Puccini che debuttò per la prima volta il 14 gennaio 1899. Questo evento rappresenta una celebrazione non solo di un capolavoro della musica lirica, ma anche un momento di commemorazione, con la scoperta di una targa dedicata all’opera. La presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di inaugurazione sottolinea l’importanza culturale e storica di questa opera nel panorama italiano.
la messa in scena di tosco
“Tosca” è una delle opere più amate di Puccini e la sua messa in scena al Costanzi sarà caratterizzata da una ricostruzione fedele del primo allestimento, grazie alla regia di Alessandro Talevi. La versione attuale è frutto di una preziosa collaborazione con l’Archivio Ricordi, che ha reso possibile la rielaborazione dei bozzetti originali della scenografia. Michele Mariotti, direttore musicale dell’Opera di Roma, sarà sul podio per dirigere l’orchestra, riprendendo il lavoro che ha già portato in scena in Giappone e recentemente al Costanzi.
Il cast di questa importante rappresentazione è di altissimo livello:
- Saioa Hernández nel ruolo di Tosca
- Gregory Kunde nel ruolo di Cavaradossi
- Igor Golovatenko nel ruolo di Scarpia
Il pubblico avrà l’opportunità di assistere a quattro repliche dal 16 al 19 gennaio, con diverse variazioni nel cast. Il 17, 18 e 19 gennaio, Tosca sarà interpretata da Anastasia Bartoli, mentre Cavaradossi sarà interpretato da Vincenzo Costanzo e Scarpia da Gevorg Hakobyan.
il team creativo e l’atmosfera
Il team creativo ha fatto un lavoro meticoloso: le scene e i costumi, originariamente disegnati da Adolf Hohenstein, sono stati ricostruiti da Carlo Savi e Anna Biagiotti. Le luci, curate da Vinicio Cheli, contribuiranno a creare l’atmosfera drammatica necessaria per un’opera che tratta temi di amore, potere e gelosia.
Oltre alla rappresentazione dell’opera, il Teatro dell’Opera di Roma ha organizzato una mostra speciale in occasione del 125° anniversario di “Tosca”. Questa esposizione offrirà ai visitatori l’opportunità di esplorare la genesi del capolavoro attraverso documenti, bozzetti, fotografie e costumi provenienti dall’Archivio Storico Ricordi e dalle collezioni della Fondazione. L’idea è quella di fornire un contesto culturale e storico che arricchisca l’esperienza degli spettatori, permettendo loro di comprendere meglio il significato e l’impatto di quest’opera nel corso del tempo.
inclusività e responsabilità sociale
In un’ottica di inclusività e responsabilità sociale, l’Opera di Roma sta cercando di coinvolgere le comunità più vulnerabili. Infatti, parte della rappresentazione sarà trasmessa in streaming presso il Policlinico Gemelli, in diverse strutture legate alla Caritas di Roma, come mense e case di accoglienza. Questa iniziativa non solo permette di portare la grande musica operistica a chi non avrebbe la possibilità di assistere a uno spettacolo dal vivo, ma dimostra anche l’impegno dell’Opera di Roma nel creare un legame con il territorio e sostenere le fasce più deboli della società.
Oltre alla prima rappresentazione di “Tosca”, l’opera sarà ripresa in altri due periodi della stagione attuale. Dal 1 al 6 marzo, Daniel Oren dirigerà una nuova produzione con la famosissima soprano Anna Netrebko nel ruolo di Tosca, affiancata da Yusif Eyvazov come Cavaradossi e Amartuvshin Enkbath nel ruolo di Scarpia. La terza ripresa è prevista dal 9 al 13 maggio, con la direzione di James Conlon e un cast di grande prestigio, tra cui Anna Pirozzi, Luciano Ganci e Claudio Sgura.
Questa celebrazione di “Tosca” non solo rende omaggio a un’opera che ha segnato la storia della musica, ma rappresenta anche un’opportunità per riflettere sull’eredità culturale che essa porta con sé. La presenza di Mattarella e le iniziative legate all’inclusione sociale rendono questo evento particolarmente significativo nel panorama culturale italiano. Con la sua straordinaria capacità di toccare le corde dell’animo umano, “Tosca” continua a vivere e a emozionare, 125 anni dopo il suo debutto, dimostrando che la grande arte non ha tempo e continua a parlare al cuore delle persone.