In un momento storico in cui il dibattito sui diritti delle donne è più acceso che mai, la deputata del Movimento 5 Stelle, Gilda Sportiello, ci invita a rompere il silenzio su un tema ancora avvolto da tabù e stigmi: l’aborto. Sportiello, che ha recentemente pubblicato il libro “Potevi pensarci prima. E altri giudizi non richiesti sui nostri corpi”, sottolinea l’importanza di condividere le esperienze personali e collettive riguardanti questa delicata questione. La sua affermazione è chiara: parlare di aborto non è solo un atto di coraggio, ma un passo fondamentale verso la liberazione da un peso sociale che molte donne portano in silenzio.
L’aborto è un tema complesso, intriso di emozioni, giudizi e spesso di una profonda incomprensione. “Viviamo in una società in cui restituire alle donne il controllo sul proprio corpo fa ancora troppa paura”, dichiara Sportiello. Questa paura è parte integrante di un meccanismo di potere che cerca di mantenere le donne in una posizione di subordinazione. La capacità di prendere decisioni autonome riguardo il proprio corpo è vista come una minaccia da coloro che detengono il potere.
Nei suoi discorsi, Sportiello non esita a condividere la sua esperienza personale con l’aborto, portando un’importante testimonianza che sfida il silenzio e la vergogna che spesso circondano questo tema. “Le donne non possono pagare il prezzo di compromessi politici”, afferma con forza. Questa affermazione sottolinea l’urgenza di garantire l’aborto come un atto medico, che deve essere accessibile e privo di ostacoli.
Il libro di Sportiello non è solo un manifesto per il diritto all’aborto, ma anche un invito a tutte le donne a condividere le proprie storie. La condivisione di esperienze aiuta a normalizzare una scelta che, purtroppo, è ancora stigmatizzata. Ogni storia raccontata è un passo verso la rimozione del tabù, un atto di ribellione contro la cultura del silenzio. È fondamentale creare uno spazio sicuro dove le donne possano esprimere le proprie emozioni, preoccupazioni e esperienze senza paura di essere giudicate.
In Italia, il dibattito sull’aborto è spesso influenzato da lobby e movimenti pro-vita, che cercano di limitare l’accesso a questo diritto. Sportiello, parlando alla Camera, ha denunciato l’influenza di tali gruppi nei consultori, sottolineando la necessità di fare chiarezza e di proteggere i diritti delle donne.
L’educazione e l’informazione sono strumenti essenziali per contrastare la disinformazione e il pregiudizio. È cruciale che ogni donna possa prendere decisioni informate sul proprio corpo. Il movimento femminista ha sempre lottato per la parità di diritti e per il riconoscimento delle scelte individuali.
Gilda Sportiello ci ricorda che il cambiamento inizia con la volontà di affrontare le verità scomode e di fare un passo avanti verso un futuro in cui ogni donna possa sentirsi libera di decidere sul proprio corpo senza paura di essere giudicata o emarginata. La condivisione delle esperienze è, quindi, non solo un atto di coraggio, ma un modo per costruire una comunità più forte e solidale, pronta a sostenere ogni donna nel suo diritto di scegliere.
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