Il nuovo libro di Victor Matteucci, Sorella Mafia. Le ragioni di Cosa Nostra, pubblicato da Mediter Italia Edizioni, offre un’analisi approfondita dei rapporti tra mafia e Stato, presentando una visione innovativa e provocatoria. L’autore sostiene che la criminalità organizzata non rappresenti solo un fenomeno deviante, ma sia piuttosto una componente strutturale e inalienabile delle democrazie liberali e del capitalismo.
Matteucci esplora come l’analisi della mafia in Italia non possa prescindere dalla storia del Paese, definito come un laboratorio di esperimenti socio-economici. In particolare, evidenzia come Cosa Nostra abbia prosperato in un contesto di sovranità limitata e di persistente questione meridionale, descritta come una forma di “colonialismo interno”. La ricerca si concentra sul periodo dall’Unità d’Italia fino ai giorni nostri, rivelando che la collaborazione tra Stato e criminalità organizzata sia stata strategica e necessaria per specifiche ragioni storiche e sociali.
Un aspetto centrale del pensiero di Matteucci è il concetto di sussidiarietà tra Stato e mafia. L’autore afferma che questa condizione è inevitabile e irreversibile, poiché le dinamiche economiche e sociali italiane hanno visto un’incessante interazione tra capitali legali e illegali. Matteucci si rifà alla celebre frase di Karl Marx, “il criminale produce”, per sostenere che la mafia non è solo un attore illegale, ma una risorsa fondamentale per il sistema economico italiano. Le stime indicano che i capitali mafiosi possano incidere fino all’11-13% del Prodotto Interno Lordo (PIL), infiltrandosi nei circuiti legali e generando un effetto di stabilizzazione economica.
Matteucci non si limita ad analizzare l’aspetto economico, ma esplora anche le dimensioni politiche, culturali e sociali dell’operato mafioso.
Questo meccanismo consente alla mafia di infiltrarsi in entrambe le economie, legale e illegale, dimostrando una flessibilità operativa che la rende un attore imprescindibile nel panorama socio-economico italiano.
Matteucci conclude che l’Italia, a causa del capillare controllo sociale esercitato dalla mafia e della rilevanza economica dei capitali illegali, si trova in una situazione di dipendenza da questi ultimi. Senza la collaborazione della criminalità organizzata, il Paese risulterebbe ingovernabile e socialmente incontrollabile.
Sorella Mafia non si limita a presentare una panoramica della criminalità organizzata, ma invita a riflettere sulla necessità di una nuova comprensione delle interconnessioni tra mafia e istituzioni. Questo saggio si configura come un’importante risorsa per chiunque desideri comprendere le dinamiche complesse che caratterizzano la società italiana contemporanea, sottolineando l’urgenza di affrontare un fenomeno che, seppur radicato, non può più essere ignorato.
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