Il recente episodio che ha coinvolto il Comune di Messina e il Commissario per il risanamento delle baraccopoli ha suscitato un acceso dibattito sulla gestione delle risorse pubbliche e sull’importanza di una coordinazione efficace tra le istituzioni. L’asta per l’acquisto di immobili destinati al risanamento ha messo in luce non solo una mancanza di programmazione, ma anche un potenziale sperpero di fondi pubblici. Secondo il sindaco Federico Basile, questo è un chiaro segnale di un arretramento nella gestione delle questioni legate al recupero urbano.
La necessità di una cabina di regia
In conferenza stampa, il sindaco ha manifestato il suo disappunto e la necessità di una cabina di regia per coordinare le azioni tra Comune e struttura commissariale. “È stato un accadimento grave”, ha dichiarato Basile, evidenziando come l’asta si sia conclusa con un aggravio di costi per il Comune. Nonostante entrambi gli enti avessero l’obiettivo di acquisire beni per il risanamento, l’assenza di un dialogo preventivo ha portato a una situazione di concorrenza interna, danneggiando l’efficacia dell’azione pubblica.
Le risposte del sub commissario
Il sub commissario per il risanamento, Marcello Scurria, ha risposto alle accuse del sindaco, affermando che non vi era alcuna intenzione di creare danni erariali. Tuttavia, Basile ha insistito sulla necessità di un chiarimento, affermando che “la struttura commissariale deve essere vicina al Comune e non competere con lui”. Questo aspetto è cruciale per garantire un’azione sinergica e rispondere adeguatamente alle esigenze della città.
I passi già compiuti e le sfide future
Il sindaco ha anche ricordato i progressi fatti dall’amministrazione comunale nel risanamento delle baraccopoli. L’agenzia ARISME ha già consegnato 300 case, un passo significativo che dimostra l’impegno del Comune. Tuttavia, la mancanza di coordinamento con il commissariato ha complicato ulteriormente la situazione.
In merito all’asta, Basile ha chiarito che il Comune aveva presentato un’offerta minima con un ribasso del 25%, ma è stato superato dall’offerta del commissario. Questo ha generato malcontento non solo per la perdita di un’opportunità, ma anche per l’uso non ottimale delle risorse pubbliche. “Dispiace aver ascoltato alcune dichiarazioni sui fondi Pinqua”, ha specificato, chiarendo che il Comune ha investito 17 milioni di euro e non 3 milioni come erroneamente riportato.
Una governance integrata per il futuro di Messina
La questione sollevata dal sindaco di Messina pone un interrogativo cruciale: come possono le istituzioni collaborare efficacemente per il bene della comunità? La mancanza di una strategia condivisa ha portato a un uso inefficiente delle risorse, un problema che deve essere affrontato con urgenza. È fondamentale che il Comune e la struttura commissariale lavorino insieme, piuttosto che in competizione, per garantire un risanamento efficace delle aree vulnerabili della città.
Il sindaco Basile ha concluso il suo intervento ribadendo l’importanza di un garbo istituzionale, sottolineando che la questione non è solo politica, ma riguarda il benessere dei cittadini e il futuro di Messina. L’auspicio è che il “campanello d’allarme” suonato da questo episodio possa portare a un cambiamento significativo nella gestione delle questioni legate al risanamento e alla valorizzazione del patrimonio immobiliare della città.
In un contesto così delicato, è fondamentale fare un passo avanti verso una governance più integrata, dove le istituzioni possano collaborare, condividere informazioni e strategie. Solo così sarà possibile affrontare insieme le sfide che Messina si trova ad affrontare nel campo del risanamento e della riqualificazione urbana. Una cabina di regia comune potrebbe rappresentare la chiave per ottenere risultati significativi e duraturi, trasformando le risorse in investimenti reali per il futuro della città e dei suoi abitanti.