La crisi idrica che sta colpendo la Sicilia, in particolare l’area dell’ennese, ha raggiunto un punto di rottura. I sindaci dei comuni di Troina, Nicosia, Sperlinga, Gagliano Castelferrato e Cerami hanno deciso di occupare la diga Ancipa per protestare contro le recenti decisioni della cabina di regia riguardanti l’emergenza idrica. Questa azione è un chiaro segnale della crescente preoccupazione per la gestione delle risorse idriche, un tema cruciale in un periodo segnato da siccità e cambiamenti climatici.
L’occupazione della diga è iniziata stamattina e ha visto la partecipazione attiva non solo dei primi cittadini, ma anche di decine di cittadini, della giunta comunale di Troina e del deputato regionale Fabio Venezia. Inoltre, molte associazioni locali, impegnate nella difesa del territorio e nella gestione sostenibile delle risorse naturali, hanno aderito all’iniziativa, sottolineando l’importanza di affrontare insieme questa emergenza.
La protesta nasce in risposta alla decisione presa dalla cabina di regia di ripristinare l’erogazione dell’acqua alle condotte di Caltanissetta e San Cataldo, interrotta dal 15 novembre scorso a causa della drammatica riduzione dell’invaso dell’Ancipa. Questa scelta ha sollevato forti preoccupazioni tra i sindaci, poiché le comunità dell’ennese dipendono in modo esclusivo dalle risorse idriche fornite dalla diga. La mancanza d’acqua sta già creando difficoltà per:
Rendendo urgente un intervento efficace da parte delle autorità locali e regionali.
La diga Ancipa, situata nel comune di Troina, è una delle principali fonti idriche per l’ennese. Tuttavia, a causa della prolungata siccità che ha colpito la Sicilia, il livello dell’acqua negli invasi è drasticamente diminuito, portando a una situazione di emergenza. Secondo le ultime stime, l’invaso è sceso a livelli preoccupanti, e le risorse disponibili non sono più sufficienti a garantire un approvvigionamento adeguato per tutti i comuni che ne dipendono.
I sindaci, durante l’occupazione, hanno manifestato la loro determinazione a far sentire la voce delle comunità locali, evidenziando l’inefficienza delle politiche di gestione delle acque e la necessità di un intervento immediato e concreto da parte della Regione Siciliana. La richiesta principale è quella di rivedere le priorità nella distribuzione dell’acqua, garantendo che i comuni dell’ennese non vengano penalizzati a favore di altre località.
La situazione si complica ulteriormente a causa del cambiamento climatico, che sta rendendo le condizioni meteorologiche sempre più imprevedibili. La siccità prolungata, unita a eventi estremi come intense piogge e alluvioni, sta mettendo a dura prova le risorse idriche della Sicilia. Gli agricoltori, già in difficoltà, lamentano perdite significative nei raccolti e una crescente incertezza sul futuro delle loro attività.
In questo contesto, l’occupazione della diga Ancipa potrebbe rappresentare un punto di svolta nella lotta per la salvaguardia delle risorse idriche. I sindaci e i cittadini chiedono un piano d’azione che preveda:
Il dibattito sull’emergenza idrica in Sicilia è destinato a rimanere al centro dell’attenzione pubblica, soprattutto con l’avvicinarsi della stagione estiva, quando la domanda di acqua aumenta ulteriormente. I sindaci dell’ennese, con la loro occupazione, stanno lanciando un messaggio chiaro: è tempo di agire e di garantire un futuro sostenibile per le comunità locali, proteggendo una risorsa fondamentale per la vita e il benessere di tutti.
La risposta delle autorità regionali sarà cruciale nei prossimi giorni. I cittadini e i sindaci attendono segnali concreti di cambiamento e un impegno reale per affrontare una crisi che non può essere sottovalutata. La lotta per l’acqua è anche una lotta per il diritto alla vita e allo sviluppo sostenibile dei territori, e le comunità dell’ennese sono pronte a difendere il loro diritto a un futuro migliore.
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