A 57 anni dal devastante terremoto che colpì la Valle del Belìce il 14 gennaio 1968, un gruppo di tredici sindaci della zona lancia un appello forte e chiaro: “Basta con le pale eoliche e i pannelli fotovoltaici.” Questa richiesta rappresenta non solo una protesta contro l’installazione di nuovi impianti energetici, ma anche una richiesta di salvaguardia per una delle aree più belle e incontaminate della Sicilia.
La riunione che ha portato alla redazione di un manifesto si è svolta sotto l’egida del sindaco di Montevago, Margherita La Rocca Ruvolo. Durante l’incontro, i sindaci hanno espresso la loro crescente preoccupazione per il numero di richieste di autorizzazione per la costruzione di decine di parchi eolici e impianti fotovoltaici. Questi progetti minacciano di trasformare radicalmente il paesaggio della Valle del Belìce, con torri eoliche che potrebbero raggiungere i 200 metri di altezza e enormi distese di pannelli solari.
Il documento firmato dai sindaci sarà consegnato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. Questo momento rappresenta un’opportunità cruciale per attirare l’attenzione sulle problematiche ambientali e territoriali che affliggono la zona. I sindaci non si oppongono in modo assoluto alle energie rinnovabili. Riconoscono, infatti, l’importanza di promuovere uno sviluppo economico che valorizzi la bellezza dei luoghi e tuteli il paesaggio.
Il manifesto evidenzia la necessità di sospendere le procedure autorizzative per nuovi impianti e di revocare quelle relative a cantieri non ancora avviati. Inoltre, richiedono che la Regione Siciliana elabori un Piano per individuare le aree non idonee alla realizzazione di impianti fotovoltaici ed eolici. Queste richieste sono motivate dalla preoccupazione che l’eccessivo numero di progetti possa compromettere l’equilibrio ecologico della zona.
La Valle del Belìce, con i suoi paesaggi mozzafiato e il suo patrimonio culturale unico, merita di essere protetta e valorizzata. La lotta dei sindaci non è solo una battaglia locale, ma un appello a livello nazionale affinché si riconosca l’importanza di un approccio sostenibile e rispettoso nei confronti dell’ambiente.
In un’epoca in cui le energie rinnovabili sono fondamentali per il futuro del pianeta, è cruciale trovare un equilibrio che non comprometta la bellezza e l’integrità dei luoghi. Ci si aspetta che le istituzioni rispondano a questo appello con serietà e responsabilità, individuando strategie che permettano di coniugare sviluppo sostenibile e tutela del patrimonio ambientale. La Valle del Belìce non può e non deve diventare una vittima dell’industrializzazione selvaggia, ma deve invece essere un esempio di come sia possibile creare un futuro migliore rispettando il passato e l’ambiente. La sfida è quella di trovare soluzioni innovative che permettano di utilizzare le risorse rinnovabili senza compromettere l’identità e la bellezza dei luoghi.
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