La situazione lavorativa presso la Commissione territoriale della Prefettura di Catania ha raggiunto un livello critico, portando i sindacati Fp Cgil e Confsal Unsa a proclamare lo stato di agitazione per i lavoratori coinvolti. Questa decisione, comunicata attraverso una nota ufficiale, è stata inviata non solo al prefetto, ma anche al presidente della Commissione territoriale e ai vertici nazionali responsabili delle libertà civili e dell’immigrazione.
Difficoltà logistiche e organizzative
La Commissione territoriale ha il compito fondamentale di esaminare le domande di protezione internazionale. Tuttavia, i lavoratori, che includono otto funzionari istruttori e quattro assistenti amministrativi, si trovano ad affrontare una serie di difficoltà logistiche e organizzative che compromettono la loro capacità di svolgere efficacemente il lavoro. In particolare, gli spazi di lavoro sono inadeguati per gestire le audizioni necessarie, con un numero di stanze nettamente insufficiente.
- Affollamento: Per gestire una programmazione giornaliera di 16 audizioni, è necessaria la presenza simultanea di circa 40 persone, tra convocati, avvocati, interpreti e familiari.
- Condizioni di lavoro: Questo affollamento in spazi ristretti crea un ambiente di lavoro poco salutare, con problemi legati alla sicurezza e al benessere dei lavoratori.
- Carico di lavoro: I sindacati segnalano che il recente atto di indirizzo del presidente della Commissione nazionale richiede un numero settimanale di provvedimenti talmente elevato – 80 – da non tenere conto delle assenze e delle difficoltà logistiche.
Frustrazione e mancanza di risposte
Concetta La Rosa, segretaria della FP Cgil, e Francesco Cavallaro, segretario della Confsal Unsa, esprimono frustrazione per la mancanza di risposte adeguate alle precedenti azioni di sciopero, che non hanno portato a soluzioni concrete. La situazione è diventata così critica che i sindacati si vedono costretti a proclamare lo stato di agitazione per sollecitare l’attenzione delle autorità competenti e trovare una soluzione ai problemi attuali.
Impatti sul benessere dei lavoratori
I lavoratori della Commissione territoriale non affrontano solo una carenza di risorse fisiche, ma anche un carico di lavoro elevato e una pressione costante che incide gravemente sul loro stato psico-fisico. Lavorare in condizioni di stress prolungato può portare a conseguenze negative non solo per i singoli individui, ma anche per l’efficacia generale del servizio pubblico che offrono. Questo è particolarmente preoccupante in un contesto in cui le decisioni che prendono hanno un impatto diretto sulla vita delle persone che richiedono protezione internazionale.
La proclamazione dello stato di agitazione segna un punto di svolta, evidenziando la necessità di un intervento tempestivo da parte delle autorità per risolvere le problematiche che affliggono il lavoro della Commissione territoriale. È fondamentale adottare misure adeguate per migliorare le condizioni di lavoro, garantendo spazi adeguati e un carico di lavoro gestibile. Solo in questo modo si potrà garantire un servizio di qualità a chi si rivolge alla Commissione per ottenere la protezione di cui ha bisogno.
In un contesto in cui la questione dell’immigrazione e della protezione internazionale è sempre più attuale, è cruciale che i lavoratori non solo abbiano gli strumenti necessari per svolgere il loro lavoro, ma anche che si sentano supportati e valorizzati. La risposta da parte delle istituzioni non può più tardare; la situazione attuale è insostenibile e richiede un intervento immediato per ripristinare un clima di lavoro dignitoso e produttivo.