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Serafino Valla: Un Viaggio Affascinante nell’Eternità a Reggiolo

La mostra di Serafino Valla a Palazzo Sartoretti

Dal 9 novembre al 9 febbraio, Palazzo Sartoretti a Reggiolo si trasforma in un palcoscenico per celebrare la vita e l’opera di Serafino Valla, un artista la cui carriera e la cui esistenza sono indissolubilmente legate al territorio emiliano. La mostra monografica intitolata “Serafino Valla. L’eterno ritorno in Emilia” accoglie una sessantina di opere realizzate dall’artista dal 1963 fino al 2011, offrendo ai visitatori un’opportunità unica di immergersi nel suo mondo creativo e nella sua visione artistica.

Un artista legato alle sue origini

Serafino Valla, nato nel 1919 a Luzzara e poi residente a Reggiolo, è ricordato non solo per il suo talento artistico, ma anche per la sua personalità introversa e gentile. La mostra, curata da Federica Merighi, si propone di guidare il pubblico attraverso i vari aspetti della carriera di Valla, spaziando dalla pittura al disegno, dalla scultura all’incisione. In ogni opera, emerge un profondo legame con la natura, i luoghi e la vita quotidiana che hanno formato l’essenza del suo essere e della sua arte.

Il simbolo dell’uomo con il cappello

Un elemento distintivo delle opere di Valla è la presenza ricorrente di un personaggio emblematico: l’uomo con il cappello. Questa figura non è solo un soggetto, ma rappresenta un simbolo di introspezione e ricerca interiore. Il cappello, di per sé, diventa un elemento carico di significato, un richiamo alla necessità di esplorare la propria identità e di affrontare le verità interiori. Valla stesso credeva fermamente che “l’ignoranza è l’ultima barriera tra l’individuo e l’infinito”, un concetto che risuona in molte delle sue opere. L’osservatore è invitato a intraprendere un percorso di auto-riflessione, un viaggio che va oltre la semplice contemplazione estetica.

Un legame profondo con il territorio

La mostra è anche un momento di celebrazione delle origini e delle radici dell’artista. Giuseppina Valla, figlia di Serafino e custode delle sue opere, sottolinea con emozione il legame profondo che il padre ha sempre avuto con il suo territorio. “Mio padre ha sempre avuto nel cuore le sue origini, il legame col territorio e soprattutto con le persone di Luzzara e Reggiolo,” afferma Giuseppina. Questa connessione è palpabile in ogni opera, dove i paesaggi emiliani, i volti delle persone e la vita quotidiana si intrecciano per creare una narrazione visiva ricca e poetica.

Un’opera significativa per la collezione

In occasione della mostra, un momento particolarmente significativo sarà l’aggiunta dell’opera ‘Vangatore’ (1992) nella collezione permanente di Palazzo Sartoretti. Questo gesto non solo arricchisce il patrimonio artistico del comune, ma segna anche un ritorno emotivo delle opere di Valla “a casa”, nel cuore di Reggiolo. La presenza di tre dipinti già esistenti nella collezione del palazzo rende l’esperienza espositiva ancora più intensa e significativa per i visitatori.

Riflessioni su identità e memoria

La mostra non è solo una celebrazione dell’arte, ma anche un invito a riflettere su temi universali come l’identità, la memoria e il legame con le proprie radici. In un’epoca in cui spesso ci si sente disconnessi dalla propria storia e dalla propria comunità, l’opera di Valla ci ricorda l’importanza di riconnetterci con le nostre origini e di esplorare le profondità della nostra anima.

Palazzo Sartoretti: un luogo evocativo

La scelta di Palazzo Sartoretti come location per questa esposizione non è casuale. Questo spazio storico, con la sua atmosfera evocativa, si presta perfettamente a ospitare opere che richiedono tempo e contemplazione. I visitatori sono invitati a prendersi il loro tempo, a lasciarsi trasportare dalle immagini e a immergersi nei mondi che Valla ha creato con tanta passione e dedizione.

Un’opportunità per rallentare e riflettere

In un’era di rapidi cambiamenti e di una società sempre più frenetica, la mostra di Serafino Valla a Reggiolo ci offre un’opportunità preziosa per rallentare e riflettere. L’arte diventa così un mezzo per esplorare non solo il mondo esterno, ma anche il nostro mondo interiore, in un eterno ritorno alle proprie origini e alla propria identità.

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