Nella recente legge di Bilancio, il governo italiano ha previsto 2.000 assunzioni aggiuntive di insegnanti di sostegno per il prossimo biennio. Tuttavia, questa misura è stata definita da Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori), come una “goccia nell’oceano” rispetto alle reali necessità del sistema educativo italiano. Il paese si trova a fronteggiare una situazione critica, con oltre 120.000 insegnanti precari e supplenti che operano su posti in deroga all’organico di diritto.
La precarietà del personale docente
Pacifico mette in evidenza che il 50% dei posti di insegnamento è in deroga, un aspetto che compromette gravemente la continuità didattica. Questa precarietà non solo influisce sulla qualità dell’insegnamento, ma ha anche effetti diretti sugli studenti, in particolare su quelli con disabilità. L’Anief ha lanciato un allarme riguardo all’abuso dei contratti a termine e alla violazione della Carta Sociale Europea dei diritti allo studio degli alunni con disabilità, sottolineando che tali situazioni non possono più essere tollerate.
Rilevanza a livello europeo
Il problema della precarietà nel mondo della scuola è di grande rilevanza e ha attirato l’attenzione anche a livello europeo. L’Italia è stata deferita dalla Commissione Europea alla Corte di Giustizia per non aver ancora implementato le normative europee che, da oltre 25 anni, mirano a prevenire e sanzionare l’abuso dei contratti a termine. Queste normative sono fondamentali per garantire un trattamento equo tra il personale precario e quello di ruolo, un principio essenziale per un sistema educativo giusto e inclusivo.
La legge di Bilancio e le sue conseguenze
Pacifico osserva che, nonostante i progressi ottenuti in tribunale grazie alle battaglie legali dell’Anief, la situazione nelle aule scolastiche è rimasta sostanzialmente invariata. Le vittorie legali hanno portato a risarcimenti, ma non hanno risolto il problema della stabilizzazione dei contratti. Questo scenario di incertezze e instabilità lavorativa ha un impatto diretto sulla qualità dell’istruzione e sul benessere degli studenti.
In aggiunta alle 2.000 assunzioni in meno per il personale docente, si registrano anche 5.000 posti di insegnanti in meno a causa della denatalità, un fenomeno che colpisce diverse regioni italiane. Questo ridimensionamento compromette non solo l’offerta formativa, ma rischia di aggravare le disuguaglianze già esistenti nel sistema educativo.
In un contesto in cui molti territori hanno subito significative riduzioni scolastiche, sarebbe fondamentale considerare la denatalità non come un motivo di tagli, ma come un’opportunità per riorganizzare e potenziare gli organici delle scuole. Investire nell’istruzione e nel personale scolastico non è solo un dovere morale, ma rappresenta anche un’opportunità per garantire un futuro migliore alle nuove generazioni.
L’Anief continua a fare pressione affinché vi sia un cambio di rotta. Le richieste di stabilizzazione dei contratti e di potenziamento degli organici sono diventate una battaglia fondamentale per garantire un’istruzione di qualità per tutti. La precarietà non deve essere una condizione normale per chi lavora nell’istruzione, e il sindacato è determinato a portare avanti questa lotta.
In conclusione, la situazione attuale rappresenta una sfida cruciale per il sistema scolastico italiano. È essenziale che le istituzioni ascoltino le richieste degli insegnanti e delle organizzazioni sindacali, adottando misure concrete per garantire un’istruzione equa e inclusiva. Solo così sarà possibile costruire un futuro migliore per i nostri studenti e per la società nel suo complesso.