La mostra ‘Arte tra due secoli’, in programma dal 16 novembre al 6 gennaio presso la Sala dell’affresco del Complesso di San Micheletto a Lucca, si propone di esplorare e celebrare un periodo artistico di grande fermento in Italia, collocato tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Un’epoca ricca di sperimentazione e innovazione, che ha visto la nascita di stili e correnti che hanno influenzato profondamente l’arte contemporanea. Curata da Lucia Maffei e con la direzione scientifica di Paolo Bolpagni, direttore della Fondazione Ragghianti, la mostra offre un’opportunità unica per ammirare opere che fino ad ora non erano mai state esposte al pubblico, provenienti dalla Collezione Vincenzo Giustiniani.
Questa collezione, recentemente donata alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca dalla nipote di Giustiniani, Diamantina Scola Camerini, rappresenta un patrimonio artistico di grande valore. Vincenzo Giustiniani, non solo collezionista e mecenate, ma anche pittore autodidatta, si trasferì in Toscana da Ferrara nel 1917. Qui acquistò la storica Tenuta di Forci, situata sulle colline lucchesi, dove creò un vero e proprio cenacolo d’arte. Nel corso dell’ultimo trentennio della sua vita, Giustiniani raccolse oltre centoottanta dipinti, spaziando da opere di artisti come Filippo Palizzi a quelle di figure emblematiche del Novecento come Plinio Nomellini, Galileo Chini e Oscar Ghiglia.
La mostra, con circa sessanta opere esposte, si distingue per la varietà e la qualità delle opere, molte delle quali sono di dimensioni ridotte e realizzate su supporti fragili ma di grande valore artistico. Tra i pezzi esposti spiccano opere di Giovanni Boldini, come il ritratto di Leopolda Banti alla spinetta, moglie del pittore Cristiano Banti, e ‘La vagliatura del grano’. Giovanni Fattori, uno dei più rappresentativi membri della Scuola di Firenze, è presente con opere come ‘Barche da pesca alla fonda’ e ‘Cavalleggero ferito’, mentre Telemaco Signorini è rappresentato con la suggestiva ‘Barca sull’Arno’. La varietà di stili e soggetti delle opere esposte permette di avere una visione a 360 gradi di un periodo artistico che ha saputo coniugare tradizione e innovazione.
L’esposizione non si limita solamente alla pittura, ma include anche una serie di vasi in ceramica prodotti dalla manifattura fiorentina Arte della ceramica Fontebuoni, fondata da Galileo Chini nel 1886. Questa manifattura, attiva fino al 1910, ha avuto un ruolo significativo nella diffusione dello stile Art Nouveau in Italia. Giustiniani subentrò come socio finanziatore nel 1902, contribuendo a far conoscere i prodotti della manifattura nella sua città natale. Questo aspetto della mostra arricchisce ulteriormente la narrazione artistica del periodo, mostrando come diverse forme d’arte possano interagire e influenzarsi a vicenda.
L’arte di questo periodo è caratterizzata da una forte attenzione ai dettagli e una profonda connessione con la realtà quotidiana. Le scene intime e quotidiane di Silvestro Lega, insieme ai paesaggi vibranti di Plinio Nomellini e alle composizioni più audaci di Boldini e Fattori, offrono uno spaccato di un’epoca in cui gli artisti cercavano di catturare non solo la bellezza esteriore ma anche l’essenza dei luoghi e delle persone che ritraevano. Queste opere raccontano storie di vita, di lavoro e di passioni, rivelando un’umanità che continua a parlare al pubblico di oggi.
La mostra ‘Arte tra due secoli’ si presenta quindi come un’importante occasione non solo per apprezzare opere d’arte di grande valore, ma anche per riflettere sul ruolo dell’arte nel contesto storico e culturale dell’epoca. Lucca, con la sua ricca storia e il suo patrimonio artistico, si conferma come un palcoscenico ideale per ospitare eventi di questo calibro, contribuendo a far conoscere e valorizzare l’arte italiana del passato e a stimolare il dialogo tra le generazioni presenti e future. L’esposizione rappresenta così un invito a scoprire e riscoprire la bellezza e la complessità dell’arte, unendo passato e presente in un percorso di conoscenza e valorizzazione del patrimonio culturale.
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