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Scoperto un tesoro incantevole delle principesse etrusche

La storia etrusca è una delle civiltà più affascinanti dell’antichità e continua a rivelare i suoi segreti attraverso il recupero di preziosi reperti archeologici. Recentemente, un’importante operazione dei carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale ha portato alla luce un tesoro inestimabile, composto da suppellettili e vasellame di eccezionale valore storico e artistico, appartenente a nobili figure femminili della società etrusca. Tra gli oggetti recuperati spiccano quattro specchi in bronzo, decorati con simboli legati alla divinizzazione di Roma, e un balsamario contenente tracce di profumo, che testimoniano il raffinato grado di cultura di questa antica civiltà.

Un’importante scoperta archeologica

Le urne litiche etrusche e i sarcofagi rinvenuti risalgono al III secolo a.C. e sono considerati tra i più significativi recuperi di manufatti etruschi mai realizzati. La loro scoperta non solo arricchisce il patrimonio culturale italiano, ma offre anche nuove opportunità per studiare le pratiche funerarie e i riti associati all’elite etrusca. Gli oggetti, in travertino bianco umbro e decorati con altorilievi che rappresentano scene di battaglie, cacce e miti, conservano pigmenti policromi e rivestimenti a foglia d’oro, rivelando la maestria artistica degli artigiani etruschi.

Le indagini e il recupero dei reperti

La storia di questo ritrovamento inizia lo scorso aprile, quando i carabinieri del Tpc hanno avviato un’indagine dopo aver ricevuto segnalazioni riguardanti possibili scavi abusivi nella zona compresa tra Chiusi e Città della Pieve. Attraverso l’analisi di fotografie circolanti nel mercato illecito dell’arte, i carabinieri hanno ipotizzato la provenienza dei reperti da una necropoli etrusca. Grazie alla collaborazione con un docente dell’Università di Roma Tor Vergata, è emersa una connessione con un precedente ritrovamento effettuato nel 2015.

Le indagini si sono così intensificate, portando a scoprire un collegamento con un imprenditore locale. Utilizzando intercettazioni telefoniche, pedinamenti e droni, gli investigatori sono riusciti a individuare i responsabili, attualmente accusati di furto e ricettazione di beni culturali. Questo caso rappresenta un esempio di come il crimine contro il patrimonio culturale possa essere affrontato con determinazione e competenza.

Un tesoro per il futuro

Il procuratore generale di Perugia, Raffaele Cantone, ha sottolineato l’importanza di questo sequestro, stimato in almeno 8 milioni di euro, non solo per il valore dei reperti, ma anche per il contributo che offre alle indagini più ampie sul traffico illecito di beni culturali. La capacità di rintracciare informazioni attraverso il web è diventata cruciale, poiché il mercato dell’arte illegale si è spostato online.

Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha elogiato il lavoro del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, evidenziando come queste operazioni contribuiscano a ricostruire i “fondamentali frammenti” della nostra identità nazionale. La lotta contro il mercato clandestino dell’arte è vitale per preservare la nostra storia e proteggere le future generazioni da una perdita irreparabile di patrimonio culturale.

La scoperta di questi oggetti così ben conservati offre uno sguardo affascinante sulla vita quotidiana delle donne etrusche. Gli oggetti ritrovati, tra cui un pettine in osso e vasi utilizzati durante banchetti e simposi, suggeriscono che queste donne ricoprivano un ruolo importante nella società e partecipavano attivamente alle pratiche culturali e rituali del loro tempo. Gli specchi, in particolare, non erano solo strumenti di bellezza, ma simboli di status e potere.

Questo nuovo ritrovamento non solo arricchisce la nostra comprensione della cultura etrusca, ma sottolinea anche la necessità di una maggiore protezione e valorizzazione del patrimonio culturale italiano. La storia etrusca è una parte fondamentale della nostra eredità collettiva e ogni passo verso la sua salvaguardia è un passo verso la preservazione della nostra identità culturale. Con l’aumento del traffico illecito di beni culturali, il ruolo delle forze dell’ordine e dei ricercatori diventa sempre più cruciale per garantire che questi tesori non vengano persi per sempre.

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