La lotta contro il traffico di droga in Sicilia ha recentemente fatto registrare un’importante operazione, con un blitz condotto nei quartieri di Falsomiele e Guadagna. Tuttavia, un aspetto sorprendente è emerso: tra gli arrestati non figura Gabriele Scarantino, un latitante da oltre due anni. La sua mancanza nella lista dei fuggitivi catturati solleva interrogativi sulla sua posizione e sulla rete di relazioni familiari che lo circonda.
Gabriele Scarantino, 34 anni, originario di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, appartiene a una famiglia già nota alle forze dell’ordine per questioni legate alla mafia. È infatti nipote di Vincenzo Scarantino, noto come il “falso pentito” delle stragi mafiose del 1992, un caso che ha segnato profondamente la storia della giustizia italiana. La famiglia Scarantino si trova a un bivio, con diversi membri coinvolti in attività illecite che si intrecciano con il passato turbolento del loro parente.
la latitanza di gabriele scarantino
La Procura di Bologna ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Gabriele nel febbraio 2022. In quell’occasione, gli agenti si presentarono alla sua residenza a Modena per notificargli il provvedimento, ma il latitante era già riuscito a sparire. Da allora, nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine, non è stata trovata traccia di lui.
la rete familiare e il traffico di droga
La famiglia Scarantino è composta da altri membri, alcuni dei quali sono stati arrestati nell’operazione del 3 dicembre, tra cui Antonio, Rosario, Domenico e Umberto Scarantino. Questi individui sono legati da vincoli di sangue e si trovano ora in una situazione legale precaria. È evidente che la rete di relazioni familiari gioca un ruolo cruciale nelle attività illecite che li coinvolgono.
Il modus operandi di Gabriele Scarantino durante la sua latitanza sembra aver incluso una rete di contatti consolidati per il traffico di droga. Si sospetta che il fratello Antonio, residente a Palermo, si sia recato a Modena per prendere il posto di Gabriele nell’approvvigionamento della droga. Le modalità di approvvigionamento sono inquietanti e comprendono:
- Indicazioni su fornitori di sostanze stupefacenti.
- Contatti con un albanese per la cocaina.
- Comunicazioni con un certo “Piero il turco” per la marijuana.
Queste informazioni sono emerse durante conversazioni telefoniche che violano le normative carcerarie, evidenziando le lacune nel sistema di sicurezza.
le indagini e il futuro della famiglia scarantino
Le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia stanno cercando di ricostruire la rete di traffico di droga che coinvolge la famiglia Scarantino. Gli arresti recenti potrebbero fornire informazioni preziose sul funzionamento del traffico nel territorio e sulle connessioni con altre organizzazioni criminali. Questo blitz ha dimostrato che, nonostante la latitanza di Gabriele, il clan non è riuscito a mantenere un profilo basso.
La situazione di Gabriele Scarantino e della sua famiglia rappresenta emblematicamente il problema più ampio della mafia e del traffico di droga in Italia. La connessione tra la criminalità organizzata e le dinamiche familiari può rivelarsi un fattore determinante nella perpetuazione delle attività illecite. Con la sua famiglia ora sotto l’occhio delle autorità, la ricerca di Gabriele Scarantino continua, mentre il suo nome risuona nel contesto di una guerra contro la droga che sembra non avere fine.