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Scoperta una rete di traffico di rifiuti: 150mila euro sequestrati

Un’importante operazione condotta dai carabinieri forestali di Palermo ha portato al sequestro di 153mila euro e all’individuazione di un sodalizio criminale attivo nel traffico illecito di rifiuti. Questa azione, richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo, ha coinvolto sedici individui e sei persone giuridiche accusate di far parte di un’associazione a delinquere finalizzata alla gestione illegale dei rifiuti. L’operazione si è concentrata principalmente ad Alcamo, ma ha avuto ripercussioni anche in altri comuni della provincia di Palermo, come Borgetto, San Giuseppe Jato, Partinico, Bagheria e Palermo.

indagini e scoperte

Le indagini, iniziate nel febbraio del 2019, hanno rivelato l’esistenza di un’organizzazione criminale attiva nella raccolta, trasporto, gestione, recupero e smaltimento di rifiuti speciali, sia pericolosi che non pericolosi. Questa situazione rappresenta una grave minaccia per l’ambiente e la salute pubblica, in un contesto in cui il fenomeno del traffico di rifiuti è in costante crescita in tutto il paese.

I rifiuti coinvolti in questa operazione includevano vari materiali pericolosi, tra cui:

  1. Parti meccaniche di veicoli
  2. Batterie al piombo
  3. Rottami ferrosi
  4. Metalli non ferrosi
  5. Imballaggi metallici
  6. Apparecchiature elettriche ed elettroniche

Questi materiali venivano conferiti presso impianti di smaltimento da parte di privati e aziende non autorizzate, operando senza le necessarie autorizzazioni e violando le normative ambientali. È stato accertato che i rifiuti venivano miscelati senza alcun trattamento e successivamente venduti come rifiuti ferrosi non pericolosi, generando un ingiusto profitto stimato in oltre 300mila euro. Durante il periodo di indagine, la quantità di rifiuti trafficate è stata calcolata in oltre 3mila tonnellate, un dato allarmante che evidenzia la portata e la gravità del fenomeno.

illegalità e rischi per la salute

L’operazione ha messo in luce un sistema di illegalità ben radicato, in cui le aziende e i soggetti coinvolti avevano stabilito una rete di complicità per aggirare le normative sullo smaltimento dei rifiuti. Questo tipo di attività non solo danneggia l’ambiente, ma mette anche a rischio la salute dei cittadini, poiché i rifiuti pericolosi, se non smaltiti correttamente, possono contaminare il suolo e le risorse idriche.

Le due aziende coinvolte nello scandalo sono state sottoposte a sequestro e sono ora gestite da un Amministratore Giudiziario nominato dall’Autorità Giudiziaria. Questo intervento mira a porre fine alle operazioni illecite e a garantire che i rifiuti vengano trattati e smaltiti secondo le normative vigenti, tutelando così l’ambiente e la salute pubblica.

la lotta contro il traffico di rifiuti

La lotta contro il traffico di rifiuti è una delle priorità per le autorità italiane, in un contesto in cui il problema della gestione dei rifiuti si fa sempre più complesso. La criminalità organizzata ha spesso trovato nel traffico di rifiuti una fonte di guadagno, sfruttando la mancanza di controlli e l’inefficienza delle normative esistenti. Pertanto, operazioni come quella di oggi rappresentano un passo importante nel contrasto a queste attività illecite. È fondamentale che venga mantenuto un impegno costante da parte delle istituzioni per prevenire il ripetersi di simili situazioni.

Parallelamente, cresce la consapevolezza dell’importanza di una gestione sostenibile dei rifiuti. La sensibilizzazione dei cittadini e delle aziende sui temi del riciclo e del corretto smaltimento dei rifiuti è cruciale per combattere il fenomeno dell’abbandono e del traffico illecito. In questo senso, le scuole e le associazioni locali possono giocare un ruolo fondamentale nel promuovere buone pratiche e comportamenti responsabili.

L’operazione dei carabinieri forestali di Palermo è solo l’ultima di una serie di interventi che dimostrano l’impegno delle autorità nel combattere il traffico di rifiuti e proteggere l’ambiente. È essenziale che cittadini e istituzioni collaborino per mettere fine a queste pratiche dannose e costruire un futuro più sostenibile per il nostro territorio.

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