Un’importante scoperta ha recentemente catturato l’attenzione degli appassionati di musica e opera: il manoscritto originale della prima versione de “La Forza del Destino”, scritto da Francesco Maria Piave e arricchito con correzioni autografe di Giuseppe Verdi. Questo prezioso libretto è attualmente esposto al Museo della Scala di Milano, dove rimarrà visibile fino al 2 gennaio, in concomitanza con la rappresentazione dell’opera.
La scoperta del manoscritto è avvenuta quasi per caso. Laura Nicora, esperta studiosa di documenti antichi, stava esaminando un lavoro per una valutazione quando ha compreso l’importanza del documento in suo possesso. Ha dichiarato: “A volte, nel mio lavoro, ho la possibilità di trovare documenti che si pensavano distrutti o di cui non si conosceva l’esistenza.” Riconosciuto il valore del manoscritto, Nicora ha immediatamente contattato istituzioni per evitare che il documento potesse uscire dal paese.
la donazione al comune di varallo sesia
Carlo Hruby, imprenditore e fondatore dell’Associazione Culturale Musica con le Ali, ha deciso di donare il manoscritto al comune di Varallo Sesia, a cui è particolarmente legato. Prima di procedere, Hruby ha coinvolto Fortunato Ortombina, rinomato studioso verdiano e attuale sovrintendente della Fenice. La collaborazione tra queste figure ha attivato un processo organizzativo altamente professionale, pronto a valorizzare al meglio questa scoperta.
digitalizzazione e significato del manoscritto
Una volta ottenuto il consenso della soprintendenza archivistica e bibliografica piemontese e lombarda, l’Archivio storico artistico del Teatro alla Scala ha lavorato rapidamente per digitalizzare il manoscritto. Questo processo, effettuato tramite una scansione ad altissima definizione, ha permesso di preservare un documento che racconta la genesi di un capolavoro della musica lirica. Le 85 pagine del manoscritto, scritte nell’estate del 1861, offrono uno spaccato della creatività di Verdi prima del debutto dell’opera nel 1862 a San Pietroburgo.
Raffaele Mellace, docente di musicologia all’Università di Genova, ha spiegato che il libretto rivela due aspetti chiave del lavoro di Verdi:
- L’impegno e la difficoltà del compositore nel creare il libretto, evidenziato dalla scritta sul frontespizio: “Deve conservarsi per provare con essa quanto faceva lavorare il Verdi per un libretto”.
- La direzione del lavoro, che mostra una chiara tendenza verso l’essenzializzazione, rendendo il lavoro più rapido e incisivo. Questo è particolarmente evidente nel primo atto, con tre versioni diverse di una stessa scena.
la rappresentazione de “la forza del destino”
Il manoscritto non solo offre una testimonianza storica, ma arricchisce anche la comprensione del processo creativo di Verdi. La sua presenza al Museo della Scala rappresenta un’opportunità straordinaria per studiosi e appassionati di entrare in contatto con la storia della musica italiana.
La rappresentazione de “La Forza del Destino”, diretta da Riccardo Chailly, non sarà la versione di San Pietroburgo, ma quella del 1869, rivista per Milano. Questo evento, in programma il 7 dicembre, segnerà l’inaugurazione della stagione operistica alla Scala e offrirà al pubblico l’occasione di rivedere un grande classico in una nuova luce, arricchita dalla conoscenza del manoscritto ritrovato.
In conclusione, la scoperta di questo manoscritto non è solo un momento di celebrazione per la Scala, ma un richiamo alla continua ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale italiano. La storia della musica è costellata di opere che hanno segnato epoche e generato emozioni, e questo ritrovamento ci ricorda l’importanza di preservare e studiare tali opere per le generazioni future. La Forza del Destino, con il suo dramma avvincente e le sue melodie indimenticabili, continua a vivere e a emozionare, grazie anche a scoperte come questa, che ne arricchiscono la narrazione.