La bellezza e la biodiversità dei boschi vetusti siciliani hanno finalmente ottenuto il riconoscimento che meritano. Durante il Convegno Nazionale “Boschi Vetusti”, tenutosi presso l’Auditorium dell’Assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente di Palermo, è stato annunciato l’inserimento di venti aree verdi della Sicilia nella ‘Rete Nazionale dei Boschi Vetusti’. Tra queste, spiccano il Bosco degli Agrifogli delle Madonie, il Bosco di Sant’Andrea dei Nebrodi e il Bosco Rosso dell’Etna, tutti luoghi ricchi di storia e patrimonio naturale.
Il convegno: un passo avanti per la conservazione
Il convegno ha visto la partecipazione di esperti del settore, accademici e rappresentanti istituzionali, che hanno presentato i primi risultati dell’attività di ricerca avviata per identificare, tutelare e valorizzare i boschi vetusti in tutta Italia. Questo progetto, sostenuto dal Ministero dell’Agricoltura, ha come obiettivo quello di preservare le aree naturali più antiche e significative, promuovendo al contempo la loro fruizione da parte del pubblico.
L’Assessore regionale del Territorio e dell’Ambiente, Giusy Savarino, ha firmato il provvedimento per l’istituzione ufficiale dell’elenco regionale dei boschi vetusti, annunciando l’imminente creazione di un bando per rendere i beni immobili situati nelle aree verdi identificate accessibili al pubblico. Questo rappresenta una mossa significativa verso la valorizzazione del patrimonio naturale siciliano e un’opportunità per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della conservazione ambientale.
Gli interventi dei relatori
Il convegno è stato aperto da Giuseppe Battaglia, dirigente generale del comando corpo forestale della Regione Siciliana, che ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra le diverse istituzioni e università nella salvaguardia dei boschi vetusti. Gli interventi sono proseguiti con la partecipazione di esperti di diverse regioni italiane, evidenziando come la rete di boschi vetusti possa essere un modello per altre aree del paese.
- Laura Canini, rappresentante della direzione generale dell’economia e delle foreste per il Ministero, ha evidenziato le “linee guida per l’identificazione delle aree definibili come boschi vetusti”, chiarendo i criteri che hanno portato alla selezione delle aree siciliane.
- Donato Salvatore La Mela Veca, del dipartimento di scienze agrarie dell’Università di Palermo, ha fornito una panoramica scientifica sull’importanza ecologica di questi boschi, evidenziando la loro funzione come habitat per specie vegetali e animali rare.
La rete dei boschi vetusti in Italia
La Rete Nazionale dei Boschi Vetusti, istituita nel 2022, rappresenta un’iniziativa fondamentale per la protezione del patrimonio forestale italiano. Oltre alla Sicilia, altre regioni come il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna e la Calabria hanno già avviato progetti simili per la tutela dei loro boschi storici. L’inserimento dei boschi siciliani in questa rete non solo garantisce loro una protezione legale, ma apre anche a nuove opportunità di ricerca e valorizzazione turistica.
I boschi vetusti sono riconosciuti per la loro longevità e per il loro stato di conservazione. La presenza di alberi secolari e di una flora e fauna diversificata rende questi ecosistemi un patrimonio inestimabile, non solo per l’ambiente, ma anche per la cultura e la storia locale. Questi luoghi, spesso avvolti da miti e leggende, rappresentano un legame profondo con la tradizione e l’identità siciliana.
L’importanza della comunità locale
Un altro aspetto importante emerso durante il convegno è stato il ruolo delle comunità locali nella gestione e nella preservazione dei boschi vetusti. La partecipazione attiva dei cittadini, delle associazioni ambientaliste e delle istituzioni locali può fare la differenza nella salvaguardia di questi spazi naturali. L’educazione ambientale e la sensibilizzazione sono strumenti chiave per promuovere una cultura della sostenibilità e della responsabilità nei confronti dell’ambiente.
Inoltre, il convegno ha messo in luce l’opportunità di sviluppare progetti di ecoturismo che possano attrarre visitatori, offrendo esperienze dirette con la natura e contribuendo al benessere economico delle comunità locali. L’accessibilità dei boschi vetusti, combinata con attività di educazione e sensibilizzazione, potrebbe rappresentare una via per bilanciare la conservazione della natura con le esigenze economiche delle popolazioni locali.
Con l’istituzione dell’elenco regionale dei boschi vetusti e le iniziative proposte, Palermo segna un importante traguardo nella lotta per la tutela del patrimonio naturale siciliano. Questo evento segna l’inizio di un nuovo capitolo nella gestione sostenibile delle risorse forestali in Sicilia, un passo verso un futuro più verde e consapevole, dove la bellezza della natura possa essere preservata e condivisa con le generazioni future. La Sicilia, con i suoi paesaggi mozzafiato e i suoi boschi millenari, ha l’opportunità di diventare un esempio di eccellenza nella conservazione ambientale, ispirando altre regioni italiane e non solo.