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Sardegna e le sue case delle fate: una battaglia per il riconoscimento unesco

Le Domus de Janas, comunemente conosciute come le Case delle Fate, rappresentano un patrimonio culturale unico e affascinante della Sardegna. Queste antiche tombe preistoriche, scavate nella roccia, sono una testimonianza importante della vita e delle credenze delle comunità che abitavano l’isola migliaia di anni fa. Attualmente, queste strutture iconiche si candidano per il prestigioso riconoscimento come patrimonio mondiale dell’UNESCO, un obiettivo che potrebbe concretizzarsi già nell’estate 2024, quando il Comitato dell’Organizzazione delle Nazioni Unite si riunirà per deliberare sulle nuove iscrizioni.

La Sardegna è un’isola ricca di storia e cultura, e le Domus de Janas sono tra i simboli più rappresentativi di questa eredità. Risalenti al Neolitico e utilizzate fino all’età del Bronzo antico (4400-2000 a.C.), queste tombe, caratterizzate da forme architettoniche uniche, sono distribuite in tutta l’isola e testimoniano un periodo prenuragico di grande rilevanza. Attualmente se ne contano circa 3.500, ma gli esperti stimano che molte altre siano ancora da scoprire. La loro presenza è diffusa in oltre un centinaio di comuni sardi, che si sono uniti in un clima di collaborazione per tutelare e valorizzare questo straordinario patrimonio culturale.

Il percorso verso il riconoscimento UNESCO

Il percorso verso il riconoscimento UNESCO è stato lungo e complesso. Negli ultimi anni, è stata creata una rete di comuni denominata Rete dei Comuni delle Domus de Janas, che coinvolge circa 60 amministrazioni locali, con Alghero come capofila. Questa rete è supportata dall’associazione Cesim, acronimo di Centro Studi Identità e Memoria, che ha svolto un ruolo cruciale nel promuovere la candidatura. L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni riguardo all’importanza delle Domus de Janas, sia dal punto di vista culturale che turistico.

La mitologia delle case delle fate

Cosa rende queste case delle fate così speciali? Secondo la tradizione sarda, le Domus de Janas sono legate alla mitologia locale. Le fate, figure femminili dotate di poteri magici, si dice che vivessero in queste tombe, creando un legame profondo tra le credenze popolari e il patrimonio archeologico. Questo aspetto mitologico ha conferito alle Domus de Janas un’aura di mistero e fascino, rendendole un’attrazione per turisti e studiosi.

Altre testimonianze della civiltà preistorica

Oltre alle Domus de Janas, il dossier di candidatura include anche altre importanti testimonianze della civiltà preistorica sarda. Tra queste, troviamo:

  1. Il villaggio fortificato di Monte Baranta a Olmedo.
  2. L’altare preistorico di Monte d’Accoddi a Sassari.
  3. Il dolmen di Sa Coveccada a Mores.

Questi monumenti, insieme alle officine litiche di lavorazione dell’ossidiana di Pau, offrono uno spaccato significativo della vita religiosa e civile delle popolazioni sarde in epoche remote.

Nonostante il valore storico e culturale di questi luoghi, la loro notorietà non è stata ancora pienamente riconosciuta. Tuttavia, la mobilitazione delle istituzioni locali e delle associazioni ha iniziato a fare la differenza. La Rete dei Comuni delle Domus de Janas sta lavorando instancabilmente per promuovere iniziative di valorizzazione e sensibilizzazione, creando eventi e percorsi turistici che permettano ai visitatori di scoprire e apprezzare queste meraviglie.

La candidatura UNESCO rappresenta non solo un riconoscimento internazionale, ma anche un’opportunità per la Sardegna di valorizzare le proprie radici culturali. Il riconoscimento come patrimonio mondiale potrebbe portare a un aumento del turismo culturale, stimolando l’economia locale e contribuendo alla conservazione di questi siti. La speranza è che, una volta ottenuto il riconoscimento, le Domus de Janas possano diventare un simbolo di orgoglio per i sardi e un faro per gli appassionati di storia e archeologia di tutto il mondo.

La Sardegna è una terra di contrasti e ricchezze, e le Domus de Janas rappresentano solo una delle tante meraviglie che l’isola ha da offrire. Con la loro candidatura a patrimonio UNESCO, queste antiche tombe non solo raccontano la storia di un passato remoto, ma anche la volontà di un’intera comunità di preservare e celebrare la propria identità culturale. La decisione del Comitato dell’UNESCO, attesa con trepidazione, potrebbe essere un passo fondamentale verso il riconoscimento di un’eredità che merita di essere conosciuta e apprezzata a livello globale.

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