La figura di San Francesco d’Assisi continua a esercitare un fascino irresistibile, non solo per la sua vita di profonda spiritualità e carità, ma anche per l’influenza che ha avuto nell’arte e nella cultura italiana. In occasione dell’ottavo centenario della ricezione delle stimmate, il Senato della Repubblica Italiana ha deciso di omaggiare il Santo con una mostra di altissimo livello, intitolata “San Francesco, tra Cimabue e Perugino. Nel Giubileo con il Cantico delle Creature”. L’esposizione, che si svolgerà a Palazzo Minerva dall’11 dicembre al 2 marzo, raccoglie dieci opere significative, realizzate da grandi maestri tra il Duecento e il Cinquecento, e rappresenta un’occasione unica per approfondire il legame tra arte, fede e storia.
La Chartula e l’opera di Cimabue
La mostra si apre con una delle reliquie più preziose di San Francesco: la Chartula, una pergamena scritta di pugno dal Santo nel 1224, subito dopo l’impressione delle stimmate. Questo documento non è solo un pezzo di storia, ma anche una testimonianza tangibile della sua esperienza mistica e della sua devozione. La Chartula, insieme all’effigie di San Francesco dipinta da Cimabue, costituisce il fulcro dell’esposizione. L’opera di Cimabue, realizzata negli anni in cui affrescava la Basilica di Assisi, è di particolare importanza perché si narra che la tavola utilizzata per il dipinto servì come copertura della prima cassa di legno che ospitava il corpo del Santo dopo la sua morte.
Un momento di riflessione e condivisione
Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha sottolineato l’importanza di questa mostra, sia dal punto di vista artistico che spirituale. Durante l’inaugurazione, ha affermato che “è un’occasione importante” per le istituzioni di celebrare il Giubileo e permettere alle persone di avvicinarsi a opere così significative. Non si tratta solo di un evento culturale, ma di un momento di riflessione e condivisione, dove la spiritualità di San Francesco trova una nuova espressione attraverso l’arte.
Il legame tra San Francesco e il pellegrinaggio
San Francesco è stato, in un certo senso, un precursore del pellegrinaggio. I suoi viaggi per l’Italia, alla ricerca di una vita di povertà e servizio, hanno anticipato le pratiche dei pellegrini che, secoli dopo, si sono diretti verso Roma per i Giubilei. Questa connessione tra il Santo e il concetto di pellegrinaggio è uno dei temi centrali della mostra. In un’epoca in cui il mondo è in continua evoluzione, il messaggio di San Francesco di amore e solidarietà risuona ancora forte, invitando ognuno a riflettere sul proprio cammino spirituale.
Opere esposte e curatori
Accanto alle opere di Cimabue, la mostra presenta anche il “Sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria” e i santi Bartolomeo, Francesco d’Assisi e Lucia di Benozzo Gozzoli. Questi capolavori non solo arricchiscono la narrativa visiva di San Francesco, ma offrono anche uno spaccato della devozione e dell’arte religiosa del tempo. La varietà delle opere esposte, che includono il “Gonfalone della Giustizia” e la “Pala dei cinque Santi” del Perugino, consente ai visitatori di apprezzare la ricchezza e la diversità dell’arte sacra attraverso i secoli.
La mostra è curata da Costantino D’Orazio e Veruska Picchiarelli, esperti d’arte che hanno saputo selezionare opere in grado di raccontare la storia di un Santo che ha ispirato generazioni di artisti. La loro competenza è evidente nella scelta delle opere, che non solo celebrano il Giubileo, ma offrono anche una riflessione sul significato profondo della vita di San Francesco.
In un mondo che spesso sembra distante dai valori di umiltà, amore e servizio, la figura di San Francesco ci ricorda l’importanza di tornare alle radici della nostra umanità. La sua vita, le sue opere e il suo messaggio continuano a ispirare e a guidare le persone, rendendolo una figura eterna nel panorama culturale e spirituale non solo dell’Italia, ma del mondo intero.
La mostra “San Francesco, tra Cimabue e Perugino” rappresenta, pertanto, non solo un tributo alla figura di un Santo, ma anche un’opportunità per tutti noi di riscoprire valori fondamentali in un periodo di grande cambiamento. Con l’auspicio che l’arte possa servire da ponte tra passato e presente, il Senato e le istituzioni culturali si uniscono per celebrare un messaggio universale di pace e fraternità, che continua a risuonare nei cuori di molti.