Davide Rondoni, poeta di spicco e noto per le sue posizioni controcorrente, ha recentemente rilasciato una dichiarazione che getta luce su una controversia riguardante il Premio Flaiano, un’importante manifestazione dedicata alla poesia. Il suo intervento è avvenuto in seguito all’annuncio della nuova edizione del premio, dove è stato fatto riferimento a un presunto “allontanamento” di Rondoni dalla giuria. In realtà, il poeta ha chiarito che si è trattato di una sua decisione di dimissioni volontarie, motivata da dissenso nei confronti di una gestione che, a suo avviso, ha ridicolizzato sia la giuria che il prestigioso premio.
la gestione del premio e le dimissioni di rondoni
Rondoni ha espresso il suo disappunto per la modalità con cui è stata gestita l’ultima edizione del premio, evidenziando la decisione di introdurre all’ultimo momento un “premio speciale” di poesia, di cui gran parte della giuria non era a conoscenza. Questo episodio, secondo lui, ha compromesso l’integrità del premio e il valore della giuria stessa. Per un poeta come Rondoni, la poesia non è solo un’arte ma un vero e proprio modo di vivere, e la serietà della giuria è fondamentale per mantenere alto il valore del premio.
Un altro punto critico sollevato da Rondoni è la mancata consegna di un premio in denaro promesso alla poetessa Silvia Bré, vincitrice del premio speciale. La situazione, a suo avviso, è un’ulteriore dimostrazione della mancanza di rispetto nei confronti della poesia e dei poeti. Rondoni ribadisce che:
- La poesia dovrebbe essere trattata con serietà.
- Le giurie di poesia devono essere rispettate.
- È necessario un approccio dignitoso nei confronti dell’arte poetica.
le conseguenze delle dimissioni
Rondoni ha anche parlato delle conseguenze che la sua decisione ha avuto, rivelando che la presidente del premio ha minacciato di presentare querele nei suoi confronti, senza però mai dar seguito a tale minaccia. “Chissà come mai”, ironizza Rondoni, suggerendo che ci siano dinamiche più complesse dietro queste azioni, che non fanno altro che mettere in discussione la trasparenza e l’onestà del Premio Flaiano. Inoltre, ha messo in evidenza come le lettere e i testi dei giurati, che denunciavano le irregolarità della gestione, non siano stati mai resi pubblici, alimentando ulteriormente i dubbi sulla correttezza della conduzione del premio.
una questione di rispetto per la poesia
Queste polemiche, secondo Rondoni, non sono solo una questione personale, ma toccano un tema più ampio che riguarda l’immagine della poesia nel contesto contemporaneo. Egli osserva che, spesso, i giovani percepiscono la poesia come un’attività relegata a “vecchie babbione vanitose e da salotto”. Questo preconcetto, che rischia di allontanare le nuove generazioni da una forma d’arte così ricca e profonda, è alimentato anche da situazioni come quella vissuta con il Premio Flaiano.
Per Rondoni, è fondamentale che la poesia torni a essere vista come qualcosa di vivo, attuale e coinvolgente, distante dalle dinamiche provinciali e dalle piccole querelle che, a suo avviso, non fanno onore a una disciplina così nobile. La sua scelta di dimettersi, piuttosto che essere “allontanato”, rappresenta un atto di coraggio e di affermazione della propria libertà e dignità. “Mi sono allontanato, e in fretta. E ne sono contento”, afferma con determinazione, lasciando intendere che la sua decisione è stata presa per preservare i valori che considera fondamentali per la poesia e per il suo ruolo all’interno della società contemporanea.
In un panorama culturale in cui la poesia e la sua valorizzazione possono apparire minacciate da gestioni inadeguate e da approcci superficiali, la voce di Rondoni risuona come un appello alla riflessione e al rispetto per questa forma d’arte. La sua battaglia è, quindi, anche quella di molti poeti e appassionati che vedono nel Premio Flaiano un simbolo di ciò che la poesia può e deve rappresentare.