La magia della musica classica torna a risuonare tra le storiche mura dell’Aquila, grazie al ritorno sul palco di due straordinari musicisti: il violinista Uto Ughi e il pianista Bruno Canino. Questo attesissimo concerto si terrà lunedì 16 dicembre alle ore 18 nella suggestiva cornice della chiesa di San Silvestro, un luogo che non solo offre un’acustica eccezionale, ma rappresenta anche un simbolo di resilienza e rinascita per la città abruzzese.
L’evento è stato promosso dall’assessorato alla Cultura della Regione Abruzzo in collaborazione con la Società Aquilana dei Concerti “Bonaventura Barattelli”. Questa sinergia tra istituzioni locali e artisti di fama internazionale sottolinea l’importanza della cultura e della musica come strumenti di coesione sociale e di rinascita dopo le difficoltà. Il concerto di Ughi e Canino non è solo un’esibizione musicale, ma anche un momento di condivisione e di celebrazione della vita culturale aquilana.
Il programma del concerto è un viaggio attraverso epoche e stili diversi, un percorso che metterà in risalto la versatilità e la maestria dei due artisti. Si inizia con la “Ciaccona in sol minore” di Tomaso Antonio Vitali, un capolavoro del barocco italiano, che presenta un dialogo intenso tra il violino e il pianoforte. Questa composizione è rappresentativa di un’epoca in cui la musica per violino stava raggiungendo nuove vette di espressione e virtuosismo.
Successivamente, i due musicisti eseguiranno la celebre “Sonata in la maggiore op. 47”, nota come “Kreutzer”, di Ludwig van Beethoven. Questo brano è uno dei pezzi più iconici del repertorio violinistico, e la sua esecuzione da parte di Ughi e Canino promette di essere un momento di alta intensità emotiva. Beethoven, con la sua scrittura audace e innovativa, riesce a trasmettere una gamma di sentimenti che spazia dalla gioia alla malinconia, e l’interpretazione di questi due artisti sarà senza dubbio coinvolgente.
Il concerto si sposterà poi su sonorità più romantiche con i “Quattro pezzi romantici” per violino e pianoforte, op. 75 di Antonín Dvorak. Queste composizioni, caratterizzate da melodie calde e avvolgenti, permetteranno al pubblico di immergersi completamente nell’atmosfera romantica e di lasciarsi trasportare dalle emozioni. La capacità di Dvorak di evocare la bellezza della natura e dei sentimenti umani troverà una perfetta espressione nelle mani di Ughi e Canino.
Infine, il concerto si chiuderà con un’altra straordinaria opera, l'”Introduzione e rondò capriccioso” di Camille Saint-Saëns, scritta nel 1863 per il virtuoso Pablo de Sarasate. Questo brano è una vera e propria celebrazione della tecnica violinistica e della brillantezza pianistico, promettendo un finale che lascerà il pubblico senza fiato.
Il legame di Uto Ughi con la città dell’Aquila è profondo e significativo. Non è solo un artista di passaggio, ma una figura che ha contribuito attivamente alla vita musicale della città. Già membro del consiglio dei musicisti dell’Ente, Ughi ha partecipato a numerosi eventi e concerti memorabili nel corso degli anni. Tra questi, ricordiamo:
Dopo il terremoto del 2009, Ughi ha espresso la sua solidarietà verso la popolazione aquilana, dedicando l’intero Festival “Ughi per Roma” a una raccolta fondi per il Conservatorio locale. Questo gesto ha evidenziato non solo il suo talento artistico, ma anche il suo impegno sociale e culturale nei confronti di una comunità che ha affrontato enormi difficoltà.
L’ultima esibizione di Ughi e Canino insieme all’Aquila risale al 17 aprile 2016, un evento che ha lasciato un segno indelebile nei cuori del pubblico presente. La loro capacità di creare un’atmosfera intima e coinvolgente, unita alla loro straordinaria abilità tecnica, rende ogni loro concerto un’esperienza unica e memorabile.
Il concerto del 16 dicembre rappresenta quindi non solo un ritorno, ma anche una nuova opportunità per la comunità aquilana di vivere un momento di grande bellezza e arte. Ughi e Canino, con la loro musica, continueranno a scrivere pagine importanti nella storia musicale della città, contribuendo a costruire un futuro ricco di cultura e speranza.
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