Il 16 gennaio 2023 rappresenta un’importante occasione di riflessione e commemorazione per le comunità colpite dal devastante terremoto del 1968 nel Belìce, una regione storicamente ricca di cultura e tradizioni siciliane. La celebrazione della Santa Messa si svolgerà alle ore 10 presso la chiesa della Santissima Trinità di Salaparuta, uno dei comuni che ha vissuto in prima persona la tragedia di quel giorno. Questa data non è solo un momento per ricordare le vittime, ma anche un’opportunità per onorare il coraggio delle persone che hanno affrontato la difficile ricostruzione delle loro vite e dei loro paesi.
il terremoto del belìce: una tragedia storica
Il sisma, che colpì il Belìce il 14 gennaio 1968, è stato uno dei più devastanti della storia italiana, causando la morte di oltre 300 persone e lasciando migliaia di sfollati. Le immagini di paesi rasi al suolo e famiglie disperate sono ancora vive nella memoria collettiva della Sicilia. A distanza di 57 anni, la commemorazione non è solo un atto di memoria, ma anche un momento per riflettere su quanto è stato fatto e su ciò che resta da fare per garantire la sicurezza e il benessere delle comunità locali.
celebrazioni e iniziative
Dopo la celebrazione eucaristica, che vedrà la partecipazione di diverse autorità locali, tra cui il sindaco di Salaparuta, Michele Saitta, e Salvo Cucina, dirigente della Protezione Civile della Sicilia, si terrà un’inaugurazione molto attesa. Alle 11, infatti, nella sala conferenze di piazza Mercato, verrà aperta una mostra fotografica curata da Giuseppe Verde. Questa esposizione avrà l’obiettivo di:
- Documentare i momenti salienti del terremoto.
- Rievocare le conseguenze attraverso una selezione di fotografie storiche.
- Raccontare la vita prima e dopo il sisma.
Le immagini non solo testimoniano la devastazione materiale, ma anche la resilienza e la forza d’animo delle persone che hanno ricostruito le loro vite e le loro comunità.
l’importanza della memoria storica
Il coordinatore dei sindaci del Belìce, Nicola Catania, è atteso come relatore durante l’inaugurazione della mostra. Egli sottolineerà l’importanza di mantenere viva la memoria storica di quanto accaduto, non solo per onorare le vittime, ma anche per educare le nuove generazioni sull’importanza della prevenzione e della preparazione in caso di calamità naturali. Questo è un tema particolarmente rilevante in un’epoca in cui i cambiamenti climatici e i fenomeni naturali estremi stanno diventando sempre più frequenti.
La messa e la mostra rappresentano anche un momento di unità per le comunità del Belìce, spesso divise da rivalità locali e differenze culturali. La commemorazione del terremoto è un’opportunità per i cittadini di riunirsi e riflettere su ciò che li unisce, piuttosto che su ciò che li divide. È un momento di riconoscimento del dolore condiviso e della lotta comune per la ricostruzione e il progresso.
In aggiunta, il 57° anniversario del terremoto offre anche l’opportunità di considerare i progressi fatti in termini di sicurezza sismica e infrastrutture. Negli ultimi decenni, sono stati compiuti notevoli sforzi per migliorare le norme di costruzione e garantire che le nuove edificazioni siano progettate per resistere a futuri eventi sismici. Tuttavia, rimane ancora molto da fare, e il dibattito sulla preparazione e sulla risposta alle emergenze è più attuale che mai.
La celebrazione del 16 gennaio non è solo un atto di commemorazione, ma anche un richiamo all’azione per le autorità, le istituzioni e i cittadini. È fondamentale continuare a investire nella sicurezza delle comunità, nella formazione e nella sensibilizzazione, affinché tragedie come quella del 1968 non possano più ripetersi.
In un contesto più ampio, la commemorazione del terremoto del Belìce è un microcosmo delle sfide che molte comunità in tutto il mondo affrontano quando si tratta di recupero e resilienza. Le esperienze vissute in Sicilia possono servire da esempio per altre regioni vulnerabili, sottolineando l’importanza della preparazione, della solidarietà e della memoria collettiva. Il ricordo di quel tragico giorno deve restare vivo, per garantire un futuro più sicuro e consapevole per tutti.