La visita del rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Massimo Midiri, alla sede dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia rappresenta un momento significativo per la promozione della legalità e della libertà di stampa. Situata in via Bernini, la sede non è solo un ufficio, ma un simbolo di resistenza contro la mafia. Come ha sottolineato il presidente dell’Ordine, Roberto Gueli, questo edificio, confiscato alla criminalità organizzata e assegnato ai giornalisti nel 2010, gioca un ruolo cruciale nella lotta per un’informazione di qualità.
Durante la visita, il rettore ha esplorato la mostra permanente “Testimoni di verità”, un tributo ai giornalisti uccisi dalla mafia. Questa esposizione ha viaggiato in diverse città del mondo, tra cui New York, Bruxelles e Strasburgo, portando il messaggio di chi ha sacrificato la propria vita per la verità. La capacità della mostra di veicolare un messaggio così potente a livello internazionale evidenzia l’importanza della lotta contro la mafia e la necessità di proteggere i diritti dei giornalisti.
Il rettore Midiri ha ribadito l’importanza dell’Università di Palermo nel promuovere un’informazione libera e di qualità, essenziale per la tutela della democrazia. Ha dichiarato: “L’Università di Palermo è al fianco di una informazione libera e di qualità a tutela della democrazia. Una informazione che deve essere difesa e alimentata anche sul piano della formazione di professionisti seri e capaci di modellare le coscienze”. Queste parole assumono particolare significato in un periodo in cui la libertà di stampa è sotto attacco e i giornalisti affrontano minacce e intimidazioni.
La visita del rettore ha un significato simbolico riguardo alla sinergia tra il mondo accademico e la professione giornalistica. Roberto Gueli ha espresso apprezzamento per la presenza di Midiri, sottolineando l’importanza di una collaborazione attiva con le diverse componenti della società civile. Ha affermato: “La presenza del rettore ci onora, perché è significativa rispetto all’interazione e alla sinergia che cerchiamo come giornalisti con le varie anime della società civile e in questo caso con l’Università”. Questa interazione è fondamentale per costruire un futuro in cui la verità e la giustizia possano prevalere.
In un contesto in cui la libertà di informazione è a rischio, il messaggio dell’Ordine dei giornalisti diventa ancora più urgente. La mostra “Testimoni di verità” invita a riflettere sull’importanza del lavoro dei giornalisti, spesso a rischio per la ricerca della verità. Le storie di vita di questi professionisti devono servire da monito per le nuove generazioni, incoraggiando gli studenti dell’Università di Palermo a impegnarsi non solo professionalmente, ma anche eticamente.
In sintesi, la visita del rettore Midiri all’Ordine dei giornalisti di Sicilia si inserisce in un quadro più ampio di promozione della cultura della legalità e della lotta contro le ingiustizie. È fondamentale che università e giornalismo collaborino per formare cittadini attivi e consapevoli, capaci di difendere i principi di un’informazione libera e critica. La storia dei giornalisti uccisi dalla mafia deve servire come lezione e richiamo alla responsabilità, affinché non si rimanga in silenzio di fronte alle ingiustizie.
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