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Ragusa in Rivolta: Sciopero contro la Chiusura del Sito Versalis

Protesta contro la chiusura dello stabilimento Versalis

Le confederazioni sindacali della chimica e dell’energia di Ragusa, ovvero Filctem, Femca e Uiltec, si sono unite in un coro di protesta contro la recente decisione di Eni di dismettere lo stabilimento Versalis situato nel capoluogo ibleo. Questo annuncio ha scatenato una reazione immediata nel mondo del lavoro, culminando in una proclamazione di sciopero generale per il giorno 12 novembre, che coinvolgerà non solo i lavoratori diretti ma anche quelli dell’indotto.

Un’azione inaccettabile

I sindacati hanno affermato con fermezza che dopo settant’anni di attività industriale e di sfruttamento delle risorse petrolifere locali, è inaccettabile che una decisione così drastica possa essere presa senza un giustificato motivo. Ragusa ha una lunga tradizione nel settore minerario e della petrolchimica, e la chiusura dello stabilimento Versalis rappresenterebbe non solo una perdita economica ma anche un duro colpo per l’identità industriale del territorio.

Un attacco alla vocazione produttiva

I rappresentanti sindacali sottolineano come la decisione di chiudere il sito ibleo non sia solo una questione di posti di lavoro, ma rappresenti anche un attacco alla vocazione produttiva della regione. Chiedono pertanto che venga garantita la permanenza delle attività dello stabilimento, affinché si tuteli l’occupazione e si favorisca lo sviluppo economico locale. Nonostante Eni abbia annunciato un piano industriale che prevede investimenti significativi nel settore chimico in Italia, la scelta di chiudere Versalis a Ragusa appare come un paradosso in un contesto di crescita e rinnovamento.

La mobilitazione del 12 novembre

Lo sciopero generale proclamato per il 12 novembre prevede un raduno e un corteo che partirà da piazza Libertà e si dirigerà verso piazza Poste. Durante la manifestazione, gli impianti Versalis saranno fermi, rendendo evidente la determinazione dei lavoratori nel difendere il loro posto di lavoro e il futuro della loro comunità. I sindacati hanno lanciato un appello alla cittadinanza e alla politica affinché partecipino attivamente alla manifestazione, sottolineando l’importanza della solidarietà e del supporto collettivo in un momento così critico.

Sostegno dalla comunità

La mobilitazione ha già ricevuto numerosi messaggi di sostegno da parte di diversi attori della società civile, inclusa la Curia, i Comuni del Libero consorzio Ibleo e diverse associazioni di categoria che rappresentano il commercio, la logistica, l’agricoltura e l’industria. Questo ampio sostegno evidenzia come la questione della chiusura dello stabilimento Versalis non riguardi solo i lavoratori diretti, ma abbia un impatto su tutta la comunità locale e sulle sue prospettive future.

Un problema più ampio

La situazione di Versalis a Ragusa è emblematica di una più ampia problematica che affligge il settore industriale italiano, dove molte aziende, a causa di scelte strategiche discutibili o della mancanza di investimenti adeguati, si trovano a dover chiudere o ridimensionare le loro attività. In questo contesto, i sindacati rivendicano non solo la difesa dei posti di lavoro, ma anche un cambiamento radicale nelle politiche industriali, affinché vengano create le condizioni per un reale sviluppo economico e occupazionale.

L’importanza di un’industria sostenibile

In un momento di crescente incertezza economica e di sfide globali, la protesta dei lavoratori di Versalis a Ragusa rappresenta un campanello d’allarme per tutti coloro che credono nell’importanza di un’industria sostenibile e responsabile. È fondamentale che le istituzioni locali e nazionali ascoltino le richieste dei sindacati e dei lavoratori, affinché si possa trovare una soluzione che garantisca il futuro dello stabilimento e dei posti di lavoro ad esso collegati.

Verso un nuovo modello di sviluppo

La lotta dei lavoratori di Ragusa non è solo una questione locale, ma si inserisce in un quadro più ampio di difesa dei diritti e delle opportunità per le generazioni future. La speranza è che, attraverso la mobilitazione e il dialogo, si possano trovare soluzioni che non solo preservino i posti di lavoro, ma che favoriscano anche un nuovo modello di sviluppo economico in armonia con le esigenze sociali e ambientali del nostro tempo.

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