Per la maggior parte dei cittadini servono almeno 20 anni di contributi per andare in pensione. Ad altri, invece, ne bastano appena 10.
Alcune categorie di lavoratori possono andare in pensione con 10 anni di contributi. Per qualcuno, questa possibilità risponde a una logica di “figli e figliastri”. In realtà, potremmo dire che si tratta di una strana sorpresa nel mondo pensionistico italiano. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Il sistema pensionistico italiano è tra i più complessi al mondo. Spesso, anche i massimi esperti sul tema e sul punto fanno fatica a conoscere tutte le possibilità e tutti i cavilli che regole e normative contemplano. Per esempio, in pochi sanno che alcune categorie di lavoratori possono andare in pensione con soli dieci anni di contributi.
Il dibattito sulle pensioni è sempre caldo, caldissimo. Il problema è che, spesso, non si fa altro che parlare. La questione non è solo di tipo politico, anche se i partiti e i rami del Parlamento spesso si accapigliano su regole e modalità. Da tempo, infatti, si parla di mettere mano alla Legge Fornero e di incidere sia sull’età pensionabile, sia sugli importi degli assegni pensionistici. Il tema non è solo di tipo politico, non è solo di tipo economico ma è anche di tipo sociale.
Parlavamo prima di “figli e figliastri”. Per la maggioranza dei cittadini, il requisito minimo rimane di 20 anni di contributi. Esistono solo alcune eccezioni alla regola. È possibile accedere alla pensione di vecchiaia contributiva con almeno 5 anni di contributi, ma solo dopo aver compiuto i 71 anni. Questa opzione è riservata a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996, data di introduzione del sistema contributivo. Coloro che sono soggetti al sistema misto o retributivo possono optare per il sistema contributivo Dini, ma in tal caso sono necessari almeno 15 anni di contributi.
In Italia andare in pensione con soli 10 anni di contributi è un obiettivo raggiungibile, ma principalmente per una ristretta cerchia di privilegiati, tra cui i parlamentari. Un caso eclatante quello dei politici, che alimenta, peraltro, le posizioni populiste e contro le istituzioni. I parlamentari, infatti, maturano il diritto alla pensione dopo soli 4,5 anni di servizio parlamentare. Deputati e senatori possono percepire una pensione a partire dai 65 anni. Se hanno accumulato più di un mandato, e quindi circa 10 anni di contributi, possono ottenere la pensione già a 60 anni.
Discorso evidentemente completamente diverso per gli invalidi, gli inabili e i non vedenti, che possono andare in pensione con meno di 10 anni di contributi. Gli invalidi e gli inabili devono aver versato almeno 3 anni di contributi negli ultimi 5 anni prima della domanda di pensione, indipendentemente dall’età.
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