In molti si chiedono quanto spetti di stipendio al lavoratore quando è in ferie. La sentenza della Cassazione ha cambiato tutto: ecco quali sono le novità da conoscere.
Prendersi le ferie, soprattutto in seguito a un periodo di attività lavorativa molto stressante fisicamente e mentalmente, è fondamentale per la salute, oltreché un diritto costituzionale garantito per il lavoratore.
La nostra Costituzione sottolinea che le ferie sono retribuite e il lavoratore non può rinunciarvi perché ne ha bisogno affinché recuperi le energie psicofisiche. Dunque, come anticipato, il dipendente quando è in vacanza deve essere pagato regolarmente, diversamente dall’assenza di malattia in cui spetta l’indennità. Tuttavia, di recente la Corte di Cassazione ha affrontato un caso in merito alla retribuzione del lavoratore in ferie.
La Suprema Corte aveva preso in esame il caso di alcuni lavoratori che avevano fatto ricorso per l’accertamento del diritto della retribuzione dovuta alle ferie. In primo e secondo grado i dipendenti macchinisti avevano ottenuto la condanna delle società le quali dovevano pagare gli importi dovuti.
La corte di cassazione si è espressa sullo stipendio – arabonormannaunesco.itIn seguito però la società si era rivolta alla Cassazione e sulla questione è intervenuta la Sezione Lavoro della Corte, con l’ordinanza n. 35146 del 15 dicembre 2023. In pratica, la Corte di Cassazione ha richiamato i principi espressi dalla Corte di giustizia europea, facendo leva sulle sentenze della Corte UE, specificando quindi le norme della comunità le quali hanno maggior rilevanza rispetto all’ordinamento nazionale.
La Suprema Corte, quindi, nei suoi due giudizi precedenti si era conformata ai principi comunitari, secondo cui lo stipendio dovuto nel periodo di ferie annuali dovesse comprendere l’importo in rapporto alle mansioni e correlato allo status professionale e personale del dipendente. Gli importi devono essere compresi parimenti all’indennizzo spettante in caso di mancato godimento delle ferie.
La Corte ha quindi sottolineato che le norme dell’azienda che regolano gli istituti di cui era stata avanzata l’inclusione nella retribuzione erogata nel periodo di ferie erano state interpretate in linea con le norme comunitarie. L’obiettivo è quello di non dissuadere il lavoratore dall’esercizio del diritto alle ferie.
In pratica, la Cassazione ha respinto il ricorso della società. Sicuramente si tratta di una buona notizia per tutti i lavoratori dipendenti i quali possono stare tranquilli ed esercitare il loro diritto alle ferie senza il timore di percepire un compenso diverso.
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