A Catania, la tensione per i tagli all’assistenza per i disabili si sta intensificando. Le associazioni che si occupano delle persone con disabilità stanno alzando la voce contro la decisione dell’amministrazione comunale di ridurre del 15% le ore di assistenza alla comunicazione per gli alunni disabili. Questo provvedimento colpirà circa 800 studenti, con altrettante famiglie che si trovano ora ad affrontare una situazione di incertezza e preoccupazione. Le dichiarazioni del sindaco, rilasciate durante un consiglio comunale, hanno ulteriormente acceso il dibattito.
Il sindaco ha sostenuto che l’attuale sistema non funziona e non garantisce l’integrazione dei giovani disabili, affermando che i compagni di classe non possono sostituire l’assistenza specialistica necessaria. Tuttavia, le associazioni non si sono trovate d’accordo con questa visione. Maria Teresa Tripodi, rappresentante dell’associazione Il sorriso di Riccardo, ha evidenziato come il sindaco non abbia mai incontrato le associazioni per discutere delle problematiche legate alla disabilità, contrariamente a quanto dichiarato. “Siamo tutti molto risentiti e preoccupati per quanto sta accadendo e per quello che potrebbe accadere”, ha affermato.
Le associazioni sottolineano l’importanza dell’assistenza alla comunicazione, che svolge un ruolo fondamentale nell’integrazione degli studenti disabili in aula. Molti di questi bambini affrontano difficoltà comunicative significative e la figura dell’assistente alla comunicazione (Asacom) è cruciale per facilitare le interazioni con i compagni. “In situazioni complesse, la figura dell’Asacom può fare una grande differenza”, ha spiegato Tripodi, evidenziando che la continuità dell’assistenza è essenziale per il benessere degli alunni disabili.
D’altro canto, il sindaco ha giustificato i tagli affermando che, nel corso degli anni, l’assistenza era stata estesa anche a casi che non rientravano nei criteri di gravità previsti dal regolamento comunale. “Il regolamento prevede l’Asacom solo per i casi gravi, ma negli anni ci sono stati sovrautilizzi”, ha affermato Enrico Orsolini, rappresentante di Autismo oltre Onlus. Questo sovrautilizzo, secondo Orsolini, ha causato una pressione eccessiva sulle risorse disponibili, portando il Comune a dover fare delle scelte difficili.
Nonostante le ragioni del sindaco, le associazioni avvertono che i tagli non possono essere trattati come una mera questione di numeri. Federico Lupo, rappresentante di Un futuro per l’autismo, ha avvertito che potrebbe trattarsi di una questione di principio, il che significherebbe che tutte le famiglie pagheranno il prezzo senza distinzione. “La paura è che si faccia un danno a chi ha realmente bisogno di queste ore di assistenza”, ha aggiunto.
Inoltre, la decisione di ridurre le ore di assistenza senza un adeguato coinvolgimento delle associazioni e delle famiglie è vista come un segnale di poco rispetto verso chi vive quotidianamente la realtà della disabilità. Le associazioni hanno già preannunciato una serie di ricorsi legali se l’amministrazione non ritirerà la delibera. “Il servizio è inderogabile. Rischiamo di spostare le somme dall’erogazione del servizio al capitolo delle spese legali”, ha avvertito Orsolini, evidenziando che già ci sono diversi ricorsi pronti a essere presentati.
Le richieste delle associazioni sono chiare: chiedono l’immediata revoca della delibera e l’apertura di un tavolo di confronto per discutere del surplus dichiarato e trovare soluzioni per risolvere il problema. Questo dibattito, che ha infuocato il consiglio comunale, è solo l’inizio di una questione che sembra destinata a protrarsi nel tempo.
La situazione degli studenti disabili a Catania è rappresentativa di una problemativa più ampia che coinvolge il sistema educativo italiano e l’assistenza alle persone con disabilità. La mancanza di risorse e di personale specializzato, unita a decisioni unilaterali da parte delle istituzioni, rischia di compromettere l’inclusione e il benessere di migliaia di famiglie in tutto il paese. Le associazioni, ora più che mai, stanno facendo sentire la loro voce per garantire che i diritti di questi alunni non vengano sacrificati in nome di un apparente risparmio di spesa.
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