Catania è al centro di un acceso dibattito riguardante l’ampliamento del porticciolo di Ognina, un’iniziativa che ha suscitato un’ondata di proteste tra cittadini, associazioni e rappresentanti politici. Il 17 ottobre, la Regione Siciliana ha autorizzato un progetto che prevede l’ampliamento della concessione per oltre 2.000 metri quadrati, destinati a un porto turistico all’interno di uno dei pochi spazi marittimi fruibili nella città. Tuttavia, l’approvazione ha scatenato una levata di scudi tra coloro che vedono in questo progetto una minaccia alla tradizione e alla storia del borgo marinaro.
Il primo cittadino, Salvo Trantino, è tra i più critici nei confronti del progetto. In una lettera inviata agli uffici regionali, ha chiesto un intervento immediato per bloccare l’ampliamento, ritenendo che non rifletta le esigenze e i piani urbanistici dell’amministrazione. Trantino ha messo in evidenza il parere “condizionato” del Comune e ha sottolineato che i 15 milioni di euro destinati alla riqualificazione dell’area devono essere utilizzati per preservare il patrimonio storico e culturale di Ognina.
Anche il presidente del Consiglio comunale, Sebastiano Anastasi, si è unito al coro di dissenso, chiedendo un’accurata verifica tecnica e amministrativa del progetto. La sua posizione chiarisce un punto importante: la necessità di tutelare le tradizioni locali e la storia millenaria del borgo, evitando “facili scorciatoie” che potrebbero compromettere il futuro della comunità.
La questione dell’ampliamento non è nuova; la richiesta è stata presentata nel 2020 e ha subito diversi colpi di scena. Dalla prima conferenza dei servizi nel 2022 a vari ricorsi legali, la situazione ha visto un susseguirsi di eventi che hanno portato a un congelamento del progetto. Il movimento Cittainsieme, che ha attivamente partecipato alla protesta, ha ricordato che sono passati otto anni dalla prima istanza, senza che le autorità competenti abbiano fornito risposte concrete.
Le preoccupazioni principali riguardano:
Questi punti sono stati oggetto di interrogazioni all’Assemblea Regionale Siciliana, culminando nella revoca in autotutela della concessione da parte dell’allora assessore regionale al Territorio e Ambiente, Elena Pagana. La nuova concessione, pur cercando di salvaguardare alcuni posti per le barche, non riesce a tranquillizzare gli animi di chi teme una riduzione dell’accesso al mare per i cittadini.
Nella giornata di protesta programmata, numerose associazioni e movimenti politici hanno aderito all’iniziativa, sottolineando l’importanza di mantenere Ognina accessibile a tutti. La questione della fruizione pubblica del “Molo di Ponente” è centrale nel dibattito. Le associazioni hanno criticato la vaghezza delle dichiarazioni dell’assessorato riguardo alla futura apertura al pubblico del molo, temendo che l’ampliamento possa portare a una privatizzazione di uno spazio che dovrebbe restare di uso collettivo.
L’assessorato al Territorio e Ambiente ha risposto alle critiche affermando che la concessione è stata rilasciata legittimamente. Tuttavia, non ha affrontato in modo specifico le preoccupazioni riguardanti l’accesso pubblico al molo, lasciando molti dubbi senza risposta. La mancanza di chiarezza ha alimentato ulteriormente il malcontento tra i cittadini, che percepiscono una tendenza alla privatizzazione dei beni comuni.
In questo contesto, la protesta di oggi rappresenta non solo un’opposizione all’ampliamento del porticciolo, ma anche una richiesta di maggiore coinvolgimento della comunità nelle decisioni che riguardano il patrimonio storico e paesaggistico di Catania. Le associazioni hanno chiamato a raccolta chiunque desideri sostenere la causa per la salvaguardia del borgo marinaro, evidenziando come la fruibilità del mare debba essere garantita a tutti, senza eccezioni.
La manifestazione odierna si inserisce in un quadro più ampio di lotte cittadine per la difesa dei beni comuni e per un’urbanistica più attenta alle esigenze della comunità. È un richiamo a non dimenticare che il patrimonio culturale e naturale di Catania è un bene di tutti e deve essere tutelato con fermezza e determinazione, contro ogni forma di speculazione e privatizzazione.
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