La tranquillità del Porticciolo di Ognina è stata recentemente scossa da una manifestazione di protesta che ha visto la partecipazione di residenti, pescatori e rappresentanti delle forze politiche e sociali. Al centro della contesa c’è l’ampliamento dello specchio di mare destinato a diventare un porto turistico, una scelta che ha sollevato numerose polemiche tra chi vive e lavora in questo storico borgo marinaro.
Motivo della protesta
Il motivo principale della protesta è la concessione rilasciata dall’assessorato regionale al Territorio e Ambiente alla società La Tortuga. I cittadini, preoccupati per la destinazione commerciale di un’area che considerano parte integrante della loro identità culturale e lavorativa, si sono riuniti per esprimere il loro dissenso. Durante la manifestazione, si sono registrati momenti di forte tensione, specialmente quando i rappresentanti di La Tortuga sono arrivati sul posto, trovandosi faccia a faccia con i manifestanti, i quali rivendicavano il diritto di proteggere il loro territorio.
Ecco alcune delle dichiarazioni significative emerse durante la protesta:
1. “Questo luogo e il nostro lavoro non possono essere svenduti o privatizzati” – Emanuele, pescatore del posto.
2. “Questa storia non può concludersi in questo modo, siamo qui per dare il nostro supporto” – Graziano Bonaccorsi, consigliere comunale.
Preoccupazioni dei residenti
L’intervento della società La Tortuga ha destato ulteriori preoccupazioni tra i residenti. Secondo quanto dichiarato dall’azienda, la Conferenza dei Servizi ha concluso favorevolmente il progetto, che prevede la regolarizzazione delle occupazioni abusive nello specchio acqueo e la riqualificazione del Porticciolo, mantenendo la sua apertura al pubblico senza oneri per l’Erario comunale o regionale. Tuttavia, i pescatori e i residenti non sembrano convinti da queste promesse, temendo che l’interesse commerciale possa sopraffare il valore storico e culturale del luogo.
Un patrimonio da proteggere
Il Porticciolo di Ognina ha una lunga tradizione legata alla pesca e alla vita marittima. I pescatori locali, che hanno ereditato questa professione da generazioni, vedono nel progetto una minaccia non solo alla loro fonte di sostentamento, ma anche alla storia e alle tradizioni che caratterizzano il borgo. La paura è che, se il progetto di La Tortuga dovesse andare avanti, l’area potrebbe trasformarsi in un’attrazione turistica che poco ha a che fare con l’autenticità del luogo.
Le forze politiche locali si stanno mobilitando per sostenere la causa dei manifestanti. Il sindaco di Catania, Enrico Trantino, ha chiesto la revoca della concessione, un gesto che ha trovato appoggio anche da parte del presidente del consiglio comunale, Sebastiano Anastasi. Questa unità tra le istituzioni e la comunità locale potrebbe rivelarsi un fattore decisivo nella lotta contro il progetto di privatizzazione del porticciolo.
In un contesto in cui le aree costiere italiane sono sempre più oggetto di speculazione immobiliare e turistica, il caso di Ognina rappresenta un episodio emblematico di come le comunità locali si stiano mobilitando per difendere i propri diritti e il proprio territorio. La protesta di oggi è solo l’inizio di una battaglia che potrebbe intensificarsi nei prossimi mesi, visto che i residenti e i pescatori non intendono arrendersi facilmente.
La questione del Porticciolo di Ognina è pertanto emblematicamente legata alla più ampia tematica della conservazione del patrimonio culturale e ambientale in Italia. La sfida è ora quella di trovare un equilibrio tra sviluppo economico e tutela delle tradizioni locali, un compito che richiede la partecipazione attiva di tutti gli attori coinvolti.
La mobilitazione dei cittadini di Ognina rappresenta un chiaro segnale di resistenza e determinazione, un appello a non dimenticare l’importanza di preservare i luoghi che raccontano la storia e l’identità di una comunità. Il dibattito è aperto e le prossime settimane saranno cruciali per comprendere quale direzione prenderà questa vicenda.