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Proteste a baida: residenti in fiaccolata contro l’antenna 5g

La mobilitazione dei residenti del quartiere Baida, a Palermo, contro l’installazione dell’antenna 5G in via alla Falconara sta attirando sempre più attenzione. Ieri sera, circa un centinaio di persone si sono riunite in piazza Baida per una fiaccolata di protesta, un’iniziativa che ha visto la partecipazione attiva di cittadini, rappresentanti locali e membri di associazioni. Nonostante la costruzione dell’antenna, alta circa 35 metri, sia ormai completata, il comitato di quartiere non perde la speranza che la struttura non venga mai attivata.

Unione e determinazione nella protesta

L’atmosfera della fiaccolata è stata caratterizzata da un forte senso di comunità e determinazione. I partecipanti hanno portato con sé torce e cartelli, esprimendo la loro contrarietà all’installazione dell’antenna e chiedendo alternative più sostenibili per il futuro del quartiere. Le parole di Giovanni Bonsignore, portavoce del comitato Baida, hanno risuonato tra i presenti: “Nonostante l’antenna 5G sia ormai costruita, noi del comitato Baida non ci rassegniamo. La fiaccolata è una protesta civile e pacifica a sostegno del futuro dei nostri bambini”.

Preoccupazioni per la salute

Le preoccupazioni per la salute dei bambini e degli abitanti del quartiere sono uno dei motivi principali che hanno spinto i residenti a mobilitarsi. Molti temono che l’emanazione di onde elettromagnetiche possa avere effetti nocivi sulla salute, specialmente per le fasce più vulnerabili della popolazione. Bonsignore ha sottolineato: “Chiediamo e auspichiamo che l’antenna non entri mai in funzione. Non si è mai vista una ditta lavorare giorno e sera, anche sotto la pioggia e al buio, per finire in tempi record i lavori come successo in questi giorni per l’antenna”.

Sostegno politico e richieste della comunità

La fiaccolata ha visto anche la presenza di figure politiche locali, come il capogruppo del M5s di Palazzo delle Aquile, Antonino Randazzo, e la capogruppo della Lega, Sabrina Figuccia, entrambi residenti a Baida. La loro partecipazione ha evidenziato l’importanza del tema e la necessità di un dialogo costruttivo tra cittadini e istituzioni. Figuccia ha sottolineato l’importanza di ascoltare le preoccupazioni dei residenti e lavorare insieme per trovare soluzioni che tutelino la salute pubblica.

Il comitato ha anche espresso la propria contrarietà alla scelta di localizzare un’antenna 5G in un’area densamente popolata, proponendo invece che il terreno fosse utilizzato per costruire un asilo nido, un servizio fondamentale per le famiglie del quartiere. “Siamo qui per dire con forza: No all’antenna 5G e sì all’asilo nido”, ha concluso Bonsignore.

Un movimento in crescita

La mobilitazione dei residenti di Baida si inserisce in un contesto più ampio di dibattito nazionale sull’installazione di antenne 5G e le relative implicazioni per la salute pubblica. In diverse città italiane, gruppi di cittadini si sono organizzati per opporsi alla diffusione della tecnologia 5G, sollevando interrogativi sulla mancanza di studi scientifici conclusivi sugli effetti a lungo termine delle onde elettromagnetiche.

Nonostante le rassicurazioni da parte delle autorità, i dubbi e le paure dei cittadini continuano a persistere. I residenti di Baida non sono soli nella loro battaglia; in molte altre città italiane, si stanno formando comitati simili che chiedono maggiore trasparenza e informazioni sui rischi legati all’installazione delle antenne 5G.

La fiaccolata di Baida rappresenta un appello a una maggiore responsabilità da parte delle istituzioni e delle aziende coinvolte. I residenti chiedono di essere ascoltati e di avere un ruolo attivo nelle decisioni che riguardano il loro quartiere e la loro vita quotidiana.

La lotta dei residenti di Baida si configura come un esempio di come la comunità possa unirsi per difendere i propri diritti e il proprio futuro. La speranza è che, attraverso il dialogo e la partecipazione attiva, si possano trovare soluzioni che tengano conto delle esigenze dei cittadini e della loro salute, senza compromettere il progresso tecnologico.

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