Questa mattina, una piccola delegazione del comitato Baida ha organizzato un sit-in di protesta davanti a Palazzo Palagonia, nel cuore di Palermo, per esprimere la propria contrarietà all’installazione di un’antenna 5G in un terreno situato in via alla Falconara. L’evento ha attirato l’attenzione di circa 20 persone, preoccupate per le implicazioni che questa tecnologia potrebbe avere sulla salute e sull’ambiente.
L’antenna, realizzata dalla società Inwist Spa, è stata costruita in tempi molto rapidi e si trova su un terreno che, secondo una visura catastale, risulterebbe appartenere alla mensa diocesana di Palermo. Nel 1975, questo terreno era stato dato in enfiteusi come terreno agricolo ai privati, che negli ultimi mesi lo hanno affittato alla società incaricata della costruzione dell’antenna. Questo scenario ha sollevato interrogativi non solo sulla proprietà del terreno, ma anche sulle autorizzazioni e le procedure che hanno portato alla realizzazione dell’infrastruttura.
richiesta di incontro con il sindaco
Il sit-in ha avuto lo scopo di chiedere un incontro diretto con il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ma a sorpresa, i manifestanti sono stati ricevuti dal direttore generale del Comune, Eugenio Ceglia. Sebbene ci sia stata disponibilità al dialogo, molti partecipanti hanno espresso delusione per il fatto che il sindaco non fosse presente e che non siano stati forniti risultati concreti.
- “Volevamo parlare direttamente con il sindaco Lagalla, ma siamo stati accolti dal direttore Ceglia”, ha dichiarato Luca Baglione, membro dell’associazione culturale “Insieme per Boccadifalco”.
- “Purtroppo, risultati concreti non ne abbiamo ottenuti. Come non abbiamo ottenuto garanzie che l’antenna non entrerà mai in funzione”.
Durante il confronto, Ceglia ha promesso di prendere a cuore la situazione e di occuparsi personalmente delle istanze avanzate dai manifestanti. Tuttavia, i membri del comitato hanno ribadito la loro determinazione a continuare la battaglia contro l’antenna 5G, affermando: “Noi continueremo comunque la nostra battaglia. Non siamo assolutamente disposti a rinunciare all’asilo in favore dell’antenna 5G”.
preoccupazioni diffuse contro il 5g
Le preoccupazioni espresse dal comitato Baida non sono isolate. In molte città italiane, e non solo, si sono verificati movimenti simili contro l’installazione di antenne 5G. Le ragioni di queste proteste sono diverse e spaziano dalla salute pubblica all’impatto ambientale. Gli oppositori del 5G sostengono che le onde elettromagnetiche emesse dalle antenne possano avere effetti nocivi sulla salute umana, in particolare per bambini e anziani. Inoltre, si sollevano dubbi sull’adeguatezza delle valutazioni di impatto ambientale necessarie per la costruzione di tali infrastrutture.
A Palermo, il dibattito sul 5G è particolarmente acceso. La città, con la sua ricca storia e il suo patrimonio culturale, è vista da alcuni come un’area delicata in cui le nuove tecnologie potrebbero non essere integrate senza una riflessione approfondita. Il comitato Baida ha anche messo in evidenza come l’installazione di antenne 5G possa compromettere la qualità della vita nel quartiere, portando a un aumento dell’inquinamento elettromagnetico e a possibili effetti collaterali per la salute dei residenti.
una battaglia più ampia
La questione dell’antenna di via alla Falconara è emblematicamente rappresentativa di una lotta più ampia che coinvolge cittadini, amministrazioni locali e aziende. Mentre da un lato c’è la spinta verso l’innovazione e la modernizzazione delle infrastrutture, dall’altro lato ci sono le legittime preoccupazioni dei cittadini riguardo alla loro salute e al loro benessere.
In questo contesto, la mobilitazione del comitato Baida potrebbe rappresentare un importante punto di partenza per un dialogo più ampio sulle implicazioni del 5G, invitando le istituzioni a considerare non solo i benefici economici, ma anche i costi sociali e ambientali che ne derivano. La battaglia dei residenti di Baida potrebbe, quindi, avere ripercussioni non solo a livello locale, ma anche a livello nazionale, spingendo verso una maggiore attenzione alle istanze dei cittadini in merito all’implementazione delle nuove tecnologie.