Primi sintomi del Parkinson, ecco come puoi scoprirli con tanti anni d’anticipo e intervenire subito

Un team di ricercatori avrebbe scoperto un metodo innovativo per scoprire l’insorgenza del Parkinson addirittura sette anni prima.

Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Caratterizzata dalla progressiva perdita di cellule nervose nel cervello, questa condizione comporta gravi implicazioni per la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie. Nonostante i progressi nella ricerca scientifica, il Parkinson rimane una delle malattie più complesse e meno comprese nel campo della neurologia. Oggi, però, una nuova speranza sorge in tutti noi: la possibilità di individuare l’insorgenza del Parkinson molti anni prima che questo si possa scatenare.

La malattia che colpisce circa dieci milioni di persone è caratterizzata dalla degenerazione dei neuroni nella substantia nigra, una parte del cervello che produce dopamina, un neurotrasmettitore essenziale per il controllo dei movimenti. I sintomi del Parkinson sono tristemente noti: si va dal tremore alla rigidità muscolare e alla lentezza nei movimenti. Si possono notare anche instabilità posturale e alterazioni della scrittura.

Le cause esatte del Parkinson non sono ancora note, sebbene la ricerca faccia passi da gigante ogni giorno. Sicuramente, età ed ereditarietà sono due elementi individualizzanti. Purtroppo, non esiste, ancora oggi, una cura. Studi recenti si concentrano su nuovi approcci terapeutici, come l’uso di cellule staminali per riparare i tessuti cerebrali danneggiati e lo sviluppo di farmaci che mirano a rallentare o arrestare la progressione della malattia.

Individuare il Parkinson molti anni prima

La diagnosi del Parkinson si basa principalmente sull’osservazione clinica dei sintomi, poiché non esistono test diagnostici specifici. Ma, a volte, i sintomi appaiono solo quando il male è già in uno stato avanzato. Per questo, la recente scoperta scientifica di cui vi parliamo oggi potrebbe darci un vantaggio temporale di non poco conto.

La ricerca è stata condotta dagli scienziati dell’University College London (UCL) di Londra e dell’University Medical Center Goettingen in Germania. Gli scienziati sono oggi convinti di poter utilizzare l’intelligenza artificiale per poter predire, con diversi anni d’anticipo, l’insorgenza del Parkinson.

Gli studiosi hanno analizzato il sangue di 72 pazienti affetti da disturbo comportamentale dei movimenti oculari rapidi, tenendo conto che dal 75% all’80% delle persone con questo disturbo tenderà a sviluppare un accumulo anomalo di una proteina nelle cellule cerebrali, che potrebbe portare allo sviluppo del morbo di Parkinson. Addirittura, l’intelligenza artificiale potrebbe fornire una diagnosi corretta del 100% sui biomarcatori fondamentali per riconoscere la malattia. Continuando a monitorare i pazienti, sarebbero riusciti a prevedere l’insorgenza del Parkinson con ben sette anni di anticipo. Ovviamente, la ricerca è ancora solo agli inizi, ma il team conta che, con finanziamenti adeguati, entro un biennio si possano avere ulteriori importanti novità.