La mostra “Pinakothek’a. Da Cagnaccio a Guttuso, da Christo e Jeanne-Claude ad Arienti” rappresenta un’imperdibile occasione per immergersi in un secolo di arte italiana e internazionale. Attualmente allestita a Palermo fino al 30 marzo, l’esposizione offre oltre 200 opere di 150 artisti, snodandosi attraverso i tre piani di Palazzo Sant’Elia. Qui si esplora una ricca varietà di movimenti, scuole e stili che hanno caratterizzato il panorama artistico del Novecento.
Curata da Sergio Troisi e Alessandro Pinto, la mostra presenta una selezione di opere dalla collezione Elenk’Art della famiglia Galvagno, un patrimonio artistico che vanta oltre 600 pezzi. La realizzazione di questo progetto ha richiesto un attento lavoro di curatela e una cernita rigorosa, poiché i curatori hanno dovuto rinunciare a molte opere per mantenere un livello di qualità e coerenza tematica. Le opere esposte sono il frutto di una passione per l’arte che ha radici profonde nella storia familiare dei Galvagno, in particolare quella di Francesco Galvagno, il quale ha voluto condividere la sua collezione non solo con il pubblico, ma anche con i propri dipendenti, posizionando alcune opere significative nella sede dell’azienda.
Il percorso espositivo inizia con il Realismo Magico degli anni Venti, presentando artisti emblematici come Antonio Donghi e Cagnaccio di San Pietro. Queste opere offrono un’interpretazione unica della realtà, con atmosfere oniriche e composizioni dettagliate. Proseguendo, si arriva a Renato Guttuso, la cui sala a lui dedicata accoglie una decina di opere di grande formato, simbolo della sua forza espressiva e del suo impegno politico e sociale.
La mostra non si limita alla rappresentazione di artisti noti; offre anche uno sguardo approfondito su correnti meno mainstream, come il Gruppo Forma 1, che ha visto la partecipazione di artisti siciliani come Carla Accardi e Pietro Consagra. Questi artisti hanno contribuito in modo significativo all’evoluzione dell’astrazione in Italia, e le loro opere sono presentate in dialogo con quelle di Achille Perilli, Piero Dorazio e Giulio Turcato.
Al secondo piano, la mostra si concentra sugli anni Sessanta, periodo caratterizzato dall’arte cinetica e dall’optical art. Artisti come Victor Vasarely e Grazia Varisco introducono il visitatore a una dimensione in cui l’arte si fa esperienza visiva, coinvolgendo lo spettatore in un gioco di forme e colori. In questo contesto, non mancano le opere di Enrico Castellani e Agostino Bonalumi, pionieri delle tele estroflesse, e gli esponenti della Pittura analitica come Pino Pinelli.
Un’importante sezione è dedicata al Nouveau Réalisme, con opere di artisti come Christo e Arman, i quali hanno sfidato le convenzioni artistiche tradizionali. La presenza di Mario Schifano e Alighiero Boetti ribadisce l’importanza di questi artisti nel panorama del secondo Novecento, segnando un passaggio verso le neo avanguardie.
Il secondo piano della mostra è interamente dedicato alla scena contemporanea. Qui troviamo riferimenti alla Transavanguardia, con opere di Sandro Chia, e l’Officina San Lorenzo, un gruppo di artisti romani che ha dato vita a un rinnovamento dell’arte figurativa. Inoltre, viene dato spazio alla Scuola di Palermo, con artisti come Alessandro Bazan e Francesco De Grandi, i quali continuano a esplorare la propria identità culturale attraverso la pittura.
Un’altra sezione interessante è riservata alle ceramiche di Bertozzi & Casoni, che combinano tradizione e innovazione, e alle fotografie di Massimo Vitali e Thomas Struth, i cui scatti offrono una riflessione sulla società contemporanea e le sue dinamiche.
La mostra “Pinakothek’a” non è solo un viaggio attraverso l’arte, ma anche un’opportunità per riflettere sul ruolo che l’arte ha nel costruire e raccontare la nostra storia collettiva. Non resta che visitarla e lasciarsi trasportare dalla straordinaria varietà di opere e artisti che hanno segnato un secolo di creatività. Con un’adeguata preparazione, ogni visitatore potrà scoprire il valore intrinseco delle opere e il significato che esse rivestono nel contesto storico e culturale in cui sono state create.
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