Subire il pignoramento dei beni significa aver contratto molti debiti e la procedura è attivata a garanzia del creditore.
Possono essere molti i motivi che portano al pignoramento dei beni di un soggetto: il mancato pagamento delle tasse, del bollo auto, delle rate di un prestito o di un fallimento. La Legge tutela i creditori e permette loro, in varie forme, di riprendere almeno in parte il denaro perduto, sotto forma anche di beni mobili e immobili.
In alcune circostanze, però, il pignoramento va a ledere i diritti del soggetto, che seppur debitore ha dalla sua parte norme che tutelano la sua dignità economica e di sopravvivenza. Infatti la Legge consente di sottrarre forzosamente, ad esempio, i soldi su un conto corrente del debitore, ma non oltre una certa cifra, stabilita in un valore che permetta al soggetto di acquistare beni di prima necessità.
Potremmo chiederci, dunque, se esistono anche dei casi in cui il pignoramento “va troppo oltre”, o comunque l’atto non rispetti appieno la Legge. In effetti in determinate circostanze il debitore può addirittura chiedere un risarcimento danni.
Il pignoramento è una procedura disciplinata dal Codice Civile e più precisamente dal Libro III e dagli articoli dal 491 al 497.
L’espropriazione forzata può mettere in seria difficoltà economica il debitore, tanto che a volte la persona o azienda non riesce più a sollevarsi economicamente, anche se aveva contratto dei debiti e doveva ovviamente onorarli.
Può capitare che il soggetto debitore ritenga di aver subito un’ingiustizia, nelle modalità o nella gravità del pignoramento, e allora può opporsi all’azione del creditore, citandolo in giudizio.
L’art. 615 del Codice di procedura Civile permette anche la condannabilità del creditore: se il debitore dimostra, con tutta la documentazione necessaria, che il pignoramento è stato incauto o illegittimo, può anche chiedere i danni.
Alcuni esempi di pignoramento illegittimo sono i seguenti:
Il giudice, una volta accertate le colpe dei creditori o le dinamiche del pignoramento illegittimo, può anche condannare il creditore che ha agito scorrettamente a pagare i danni al debitore. Per chiedere il risarcimento, il debitore dovrà necessariamente andare in giudizio di opposizione all’esecuzione.
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