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Pfizer a catania, sindacati in allerta: dal dialogo alla mobilitazione

La situazione della Pfizer a Catania sta sollevando crescenti preoccupazioni tra i lavoratori e le organizzazioni sindacali. Le notizie riguardanti il futuro dell’impianto catanese della multinazionale farmaceutica sono sempre più allarmanti, tanto da spingere i sindacati a annunciare un presidio di protesta. Questo evento si terrà giovedì 21 novembre, dalle 13:30 alle 15:30, davanti alla sede dell’azienda, situata nella zona industriale di Catania.

Le preoccupazioni nascono principalmente dalle dichiarazioni emerse nel corso dell’ultima assemblea sindacale. I rappresentanti dei lavoratori hanno chiarito che, in assenza di rassicurazioni da parte della direzione, sarebbero passati da una fase di confronto a una di protesta. I sindacati hanno evidenziato l’importanza di un dialogo costruttivo con la direzione aziendale, soprattutto alla luce delle recenti notizie riguardanti potenziali “sfoltimenti” del personale.

Il programma di riallineamento dei costi

Negli ultimi mesi, la Pfizer ha avviato un programma pluriennale di riallineamento dei costi, un’iniziativa che ha destato non poche preoccupazioni tra i dipendenti e i rappresentanti sindacali. Durante gli incontri, i vertici dell’azienda hanno parlato di:

  1. Efficienze operative
  2. Modifiche alla struttura della rete
  3. Miglioramenti del portafoglio prodotti

Tuttavia, queste affermazioni non hanno rassicurato i lavoratori, anzi, hanno alimentato il timore di un possibile ridimensionamento della struttura catanese.

La presenza storica di Pfizer a Catania

La Pfizer ha una presenza storica a Catania, dove ha investito risorse significative per la produzione e la ricerca nel settore farmaceutico. Tuttavia, i mutamenti nel mercato globale e le esigenze di ottimizzazione dei costi hanno portato molte multinazionali, compresa Pfizer, a rivedere le proprie strategie operative. Questo contesto ha messo in luce la fragilità del posto di lavoro di molti dipendenti, costretti ad affrontare un futuro incerto.

I sindacati, uniti nella loro azione, hanno chiesto alla direzione aziendale di garantire maggiore trasparenza sulle intenzioni future riguardo l’occupazione. La preoccupazione è che la riduzione dei costi possa tradursi in tagli al personale, compromettendo non solo il futuro lavorativo di centinaia di dipendenti, ma anche l’integrità della struttura produttiva a Catania.

La mobilitazione dei sindacati

La mobilitazione dei sindacati non è solo una reazione a queste preoccupazioni, ma rappresenta anche un tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni locali sulla situazione critica che si sta delineando. Il presidio del 21 novembre si propone di essere un momento di unità e solidarietà tra i lavoratori, ma anche un appello alle istituzioni affinché si attivino per tutelare i posti di lavoro e garantire un futuro per l’industria farmaceutica a Catania.

Il settore farmaceutico è uno dei pilastri dell’economia siciliana, e la Pfizer rappresenta un attore chiave in questo contesto. La riduzione dei posti di lavoro in una realtà così importante non avrebbe solo un impatto diretto sui lavoratori e le loro famiglie, ma anche sull’indotto e sull’economia locale. La perdita di posti di lavoro in un’azienda di tale rilevanza potrebbe avere ripercussioni a catena, danneggiando ulteriormente l’economia già fragile della regione.

In questo clima di incertezza, i sindacati hanno deciso di adottare una linea di fermezza, sottolineando che non tollereranno passivamente eventuali decisioni unilaterali da parte della direzione aziendale. La loro azione si basa sulla convinzione che il dialogo e la cooperazione possano portare a risultati migliori rispetto alla protesta, ma la mancanza di risposte concrete ha costretto i lavoratori a scendere in campo.

In attesa di ulteriori sviluppi, i lavoratori della Pfizer a Catania continuano a tenere alta l’attenzione sulla situazione, convinti che la loro voce debba essere ascoltata e che il futuro del loro posto di lavoro debba essere difeso con ogni mezzo. La mobilitazione del 21 novembre rappresenta un primo passo di una lotta che, se necessario, potrebbe intensificarsi nei prossimi mesi, fino a ottenere le garanzie richieste per la stabilità occupazionale e il futuro dell’impianto catanese.

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