Max Pezzali, icona della musica italiana, ha recentemente condiviso le sue riflessioni sulla carriera e sulla storica partnership con Mauro Repetto in un’intervista a Vanity Fair. L’artista ha affrontato il tema della separazione dal duo 883, evidenziando come questo evento abbia influenzato non solo la loro musica, ma anche le loro vite personali. Pezzali ha affermato: “Sono abbastanza sicuro che a un certo punto avremmo abbandonato la musica… Avremmo trovato altro da costruire insieme”, sottolineando l’importanza della loro collaborazione, che andava oltre la semplice produzione musicale.
Il percorso degli 883 è un esempio di come la musica possa unire e al contempo separare. Negli anni ’90, il duo ha conquistato il pubblico con brani iconici come “Hanno ucciso l’uomo ragno” e “Sei un mito”, diventando uno dei gruppi più rappresentativi di quel decennio. Tuttavia, la decisione di Repetto di lasciare il gruppo ha segnato una svolta significativa. Pezzali ha condiviso le difficoltà legate a questa separazione, riconoscendo che ogni cambiamento porta con sé nuove opportunità.
Durante l’intervista, Pezzali ha rivelato dettagli intimi e momenti inediti della sua vita. Ha descritto il suo passato come “uno sfigato di proporzioni abbastanza monumentali” fino ai primi anni ’80, quando la musica è diventata la sua vera passione. “A un certo punto ho spostato la mia attenzione sulla musica… l’heavy metal degli Iron Maiden e dei Saxon”, ha dichiarato, evidenziando come la musica sia stata per lui una forma di riscatto.
Quest’anno è particolarmente significativo per Pezzali, che sta vivendo una fase di grande attività con la sua prima tournée negli stadi, l’uscita della serie Sky “Hanno ucciso l’uomo ragno” e il lancio dell’album “Max Forever Vol. 1”. I concerti, tra cui uno previsto nella notte di San Silvestro, dimostrano che il legame con il pubblico è più forte che mai, nonostante le sfide del passato.
Un altro argomento affrontato nell’intervista è stato il Festival di Sanremo, un evento che suscita sempre grandi aspettative. Pezzali ha espresso le sue riserve sulla competizione, affermando: “In quella platea non c’è nessuno che è lì per te… Se sei un tipo ansioso, sei finito”. Questa osservazione mette in evidenza le pressioni che gli artisti devono affrontare in contesti pubblici, dove ogni errore può essere amplificato.
Pezzali ha anche discusso della sua relazione con il produttore discografico Claudio Cecchetto, con cui ha avuto qualche attrito negli ultimi anni. “Quando certi ingranaggi si bloccano così è perché ci sono delle ottime ragioni”, ha affermato, sottolineando come le esperienze difficili possano portare a una crescita personale e professionale.
Infine, l’artista ha condiviso il suo approccio genitoriale con suo figlio Hilo, rivelando un metodo poco convenzionale: “Sono uno di quei genitori che gli educatori non approvano: faccio l’amico”. Ha sottolineato l’importanza di mantenere un legame aperto e sincero, insegnando al ragazzo il valore della libertà e del rispetto reciproco.
In conclusione, Max Pezzali si conferma non solo come un artista di talento, ma anche come un individuo in continua evoluzione. La sua carriera, segnata da successi e sfide, è un esempio di come la passione e la determinazione possano portare a risultati straordinari in un settore competitivo come quello musicale.
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