Pensioni, arriva il bonus che conviene ai lavoratori: come sfruttarlo subito

Gli aspiranti pensionati farebbero bene a non sottovalutare un incentivo al posticipo del congedo dal lavoro. Ecco tutti i dettagli.

Meglio l’uovo oggi o la gallina domani? Semplificando all’osso, è il dilemma di fronte al quale si trova oggi un’ampia fetta di aspiranti pensionati italiani. La coperta, si sa, è corta, per cui il governo ha dovuto giocoforza escogitare delle formule di incentivo al posticipo del pensionamento. L’obiettivo: ridurre l’esborso per pagare le pensioni e far quadrare i già precari conti dello Stato. Il punto è: conviene davvero al lavoratore?

pensioni bonus lavoratori che non aderiscono a quota 103 come sfruttarlo
L’opzione è stata introdotta con la legge n. 197/2022 ed è rivolta ai lavoratori dipendenti, del settore pubblico o privato, che, pur avendo raggiunto entro il 31 dicembre 2023 i requisiti per la “Quota 103”. (Arabonormannaunesco.it)

A fare chiarezza al riguardo è un recente documento dell’Inps. Con il messaggio n. 4558/2023 l’Istituto nazionale di previdenza sociale spiega che ai lavoratori dipendenti che aderiscono all’incentivo al posticipo del pensionamento, essendo in possesso dei requisiti per la cosiddetta “Quota 103”, spetta anche l’aliquota aggiuntiva dell’1% (che il datore di lavoro normalmente trattiene in busta paga) sulla retribuzione eccedente la prima fascia di retribuzione pensionabile, cioè 52.190€ lordi annui. I datori potranno poi recuperare l’importo nelle denunce contributive di dicembre 2023 e gennaio 2024. Vediamo come funziona il meccanismo nei dettagli.

Il “premio” al lavoratore che rimanda la pensione

L’opzione è stata introdotta con la legge n. 197/2022 ed è rivolta ai lavoratori dipendenti, del settore pubblico o privato, che, pur avendo raggiunto entro il 31 dicembre 2023 i requisiti per la “Quota 103”, decidono di proseguire l’attività lavorativa. Per incentivare la permanenza in servizio, il legislatore ha previsto per questi lavoratori il riconoscimento in busta paga dell’importo relativo alla quota di contributi IVS che ogni mese vengono trattenuti dal datore di lavoro per la pensione.

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L’Inps ha precisato che lo sgravio consiste nella corresponsione in busta paga di tutta la quota di contribuzione IVS a carico del lavoratore. (Arabonormannaunesco.it)

Ormai, essendo entrati nel 2024, è troppo tardi? Niente affatto: la misura è stata prorogata anche per quest’anno, secondo la legge di bilancio appena sfornata dal governo Meloni. L’Inps precisa che lo sgravio consiste nella corresponsione in busta paga di tutta la quota di contribuzione IVS a carico del lavoratore: dunque non solo l’aliquota base (9,19% valida per i lavoratori dipendenti del settore privato) ma anche quella aggiuntiva dell’1% sulla parte dello stipendio che eccede la prima fascia di retribuzione pensionabile, cioè i 52.190 euro annui (per il 2023). Ciascuno si faccia i propri conti: in molti casi, un piccolo sforzo in più oggi potrebbe essere ripagato da un assegno mensile più soddisfacente domani…

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