Pensione 5 anni prima: il decreto da citare per approfittare della misura

Andare in pensione 5 anni prima del tempo seguendo le normative vigenti: attenzione ai dettagli del Decreto da sfruttare subito

Una delle speranze di tanti lavoratori italiani è quella di poter approfittare di uno degli strumenti e delle misure messi loro a disposizione per poter andare in pensione prima di quanto previsto con i requisiti della legge Fornero. Le possibilità effettivamente ci sono ma, ciò nonostante, occorre rispettare tutta una serie di regole e paletti senza i quali il trattamento pensionistico anticipato non potrà essere erogato.

In pensione cinque anni prima: il decreto che consente di farlo
Una nuova legge per guadagnare cinque anni per l’accesso alla pensione (arabonormannaunesco.it)

A tal proposito esiste una novità davvero interessante e che potrebbe fare la felicità di numerose persone, legata ad un Decreto di recente introduzione, e che potrebbe consentire di smettere di lavorare addirittura cinque anni prima. Scopriamo di che cosa si tratta e quali sono i requisiti per poter approfittare di questa forma di pensionamento anticipato.

Pensione anticipata, la misura per fermarsi fino a 5 anni prima

Iniziamo col dire che la misura in questione riguarda, nello specifico, il biennio 2024-2025 e che, pertanto, è bene che chi ne ha la possibilità la sfrutti ora, non sapendo ad oggi se in futuro verrà rinnovata e prorogata. Inoltre essa fa capo alla legge di Bilancio 2024: è proprio con la Manovra che è stata prevista questa possibilità temporanea, inserendo tutte le indicazioni nell’articolo 1 e, nello specifico, nei commi 126-130 della legge 213 2023.

Riscatto dei contributi previdenziali: regole e requisiti
Riscatto dei contributi, la misura è valida per il biennio 2024-2025 (arabonormannaunesco.it)

Al lavoratore è offerta dunque l’opportunità di aumentare i contributi versati andando così a  rinsaldare la propria posizione residenziale. Cosa significa? Può riscattare i periodi non coperti da contribuzione sia parzialmente che interamente e fino ad un massimo di cinque anni. Essi verranno in tal modo parificati a periodi di lavoro e quindi contribuiranno al raggiungimento dei requisiti per l’accesso al trattamento pensionistico. Il lavoratore non dovrà fare altro che versare, a rate mensili, il dovuto: il tutto senza interessi e fino ad un massimo di dodici anni.

Il riscatto di periodi non coperti da contribuzione è rivolto ai lavoratori pubblici e privati che abbiano versato contributi dal 1° gennaio 1996 e dunque con pensione calcolata interamente con il sistema contributivo. Occorre inoltre essere iscritti alle gestioni Inps dipendenti o autonomi o alle forme sostitutive. Restano dunque esclusi i lavoratori più anziani con parte dei contributi ricadenti nel periodi anteriori al 1996. Infine, i periodi da riscattare dovranno comunque essere compresi tra il primo e l’ultimo versamento contributivo effettuato.

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